PATRIZIO ANTICI NOMINATO FELLOW DELLA EPS

Nel suo ultimo consiglio la European Physical Society (EPS) ha nominato Patrizio Antici tra i nuovi fellow. Antici, fisico associato INFN, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento per i suoi contributi scientifici nell’ambito delle laser-driven beamline, in particolare per i suoi studi sull’utilizzo delle sorgenti laser-plasma in sostituzione degli acceleratori convenzionali per moltissime applicazioni, che coprono i campi di interesse della fisica, dalla medicina, all’astrofisica, alla scienza dei materiali. L’EPS, riconosce, inoltre, ad Antici, il suo significativo apporto nello sviluppo di grandi infrastrutture di ricerca sul territorio europeo nel campo degli acceleratori e dei laser intensi, in particolare nella realizzazione di importanti progetti europei: EuroFEL (European Network of Free Electron Lasers of Europe), CRISP (The Cluster of Research Infrastructures for Synergies in Physics) ed ELI (Extreme Light Infrastructure). Progetti che raggruppano alcuni tra i più importanti centri di ricerca in Europa, contribuendo a rendere gli istituti europei leader mondiali nella ricerca scientifica in fisica e ingegneria. Antici, nominato dall’EPS a soli 40 anni, è uno dei più giovani fellow.


Patrizio Antici ha studiato ingegneria presso la Sapienza Università di Roma, dove si è laureato nel 1999. Dopo un breve periodo in una azienda di consulenza gestionale ha ottenuto nel 2007 un dottorato in fisica presso l’Ecole Polytechnique (Francia) in acceleratori laser-plasma e un dottorato in ingegneria presso la Sapienza in elettromagnetismo. Dal 2007 al 2012 ha lavorato presso l’INFN su tematiche di laser-driven beamline, un argomento all’avanguardia che combina conoscenze di laser e accelerazione laser-plasma con quelle di acceleratori convenzionali. Ha affiancato alle attività scientifiche attività più gestionali all’interno di grandi progetti Europei: project manager di SPARX-FEL (2007-2008), steering committee in EuroFEL (2008-2010), executive board in ELI (2008-2010), steering committee e vice-chair in CRISP (2011-2014). Nel 2012 ha lanciato l’iniziativa, oggi chiamata EuroGammas e coordinata dall’INFN, per la costruzione di un componente sostanziale all’interno di ELI-Nuclear Physics. E' inoltre diventato professore prima alla Sapienza Università di Roma e successivamente presso l'INRS (Institut National de la Recherche Scientifique). Attualmente ricopre la carica di responsabile delle laser-driven beamlines per il progetto ELI-ALPS.


L’EPS, fondata nel 1968, ha come fine quello di promuovere la fisica e i fisici in Europa e rappresenta un contesto internazionale per la discussione di problemi scientifici e politiche di ricerca. Conta oltre 100 mila soci che vi aderiscono attraverso 40 associazioni nazionali. Inoltre, vi partecipano, come membri associati, istituti di ricerca di base e di scienza applicata.

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#GNE2015, Match nucleare

GNE2015 – 29 maggio 2015, dalle 9.30 alle 19.30, al CampusX Tor Vergata, via di Passo Lombardo 341, Roma. SALA AUDITORIUM – ORE 11.15 1000 reattori nucleari in Cina… segnali di ripresa nucleare in Europa. Mentre ci si prepara al COP21 … Continue reading Continue reading

Esplorato per la prima volta il Grand Canyon sommerso

L'impresa è stata compiuta al largo dell'Australia da un team internazionale che comprende l'Ismar-Cnr. I ricercatori hanno mappato in dettaglio 4.000 chilometri quadrati, rinvenendo pareti di corallo solitario e scogliere viventi e subfossili d... Continue reading

Lampi gamma in laboratorio? Ci siamo quasi

Impressione artistica di un Gamma Ray Burst. Credit: NASA/Swift/Cruz deWildeLa ricerca condotta da gruppo di scienziati statunitensi e britannici mostra come la produzione di coppie elettrone-positrone in laboratorio potrà aiutare a studiare l'emissione elettromagnetica di sistemi astrofisici estremi come buchi neri e lampi di raggi gamma. Il commento di Massimo Della Valle Continue reading

Inside particle detectors: trackers

Fermilab physicist Jim Pivarski explains how particle detectors tell us about the smallest constituents of matter.

Much of the complexity of particle physics experiments can be boiled down to two basic types of detectors: trackers and calorimeters. They each have strengths and weaknesses, and most modern experiments use both. 

The first tracker started out as an experiment to study clouds, not particles. In the early 1900s, Charles Wilson built an enclosed sphere of moist air to study cloud formation. Dust particles were known to seed cloud formation—water vapor condenses on the dust to make clouds of tiny droplets. But no matter how clean Wilson made his chamber, clouds still formed.

Moreover, they formed in streaks, especially near radioactive sources. It turned out that subatomic particles were ionizing the air, and droplets condensed along these trails like dew on a spider web.

This cloud chamber was phenomenally useful to particle physicists—finally, they could see what they were doing! It's much easier to find strange, new particles when you have photos of them acting strangely. In some cases, they were caught in the act of decaying—the kaon was discovered as a V-shaped intersection of two pion tracks, since kaons decay into pairs of pions in flight.

In addition to turning vapor into droplets, ionization trails can cause bubbles to form in a near-boiling liquid. Bubble chambers could be made much larger than cloud chambers, and they produced clear, crisp tracks in photographs. Spark chambers used electric discharges along the ionization trails to collect data digitally. More recently, time projection chambers measure the drift time of ions between the track and a high-voltage plate for more spatial precision, and silicon detectors achieve even higher resolution by collecting ions on microscopic wires printed on silicon microchips. Today, trackers can reconstruct millions of three-dimensional images per second.

The disadvantage of tracking is that neutral particles do not produce ionization trails and hence are invisible. The kaon that decays into two pions is neutral, so you only see the pions. Neutral particles that never or rarely decay are even more of a nuisance. Fortunately, calorimeters fill in this gap, since they are sensitive to any particle that interacts with matter.

Interestingly, the Higgs boson was discovered in two decay modes at once. One of these, Higgs to four muons, uses tracking exclusively, since the muons are all charged and deposit minimal energy in a calorimeter. The other, Higgs to two (neutral) photons, uses calorimetry exclusively.


A version of this article was published in Fermilab Today.

 

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Spiraleggiando verso Cerere

Dawn_28mayPubblicate le ultime immagini di Dawn a Cerere prima dell'inizio della nuova fase di Survey, a inizio giugno, durante la quale la sonda della NASA, con lo strumento VIR dell'INAF, mapperà da vicino il pianeta nano. Il commento di Maria Cristina De Sanctis, PI di VIR Continue reading

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