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Sbam! Cultura a porte aperte

Una cometa alle origini del cratere Sudbury

Marte: non guardate il meteo

ExoMars, completati integrazione e test dello strumento DREAMS
DREAMS (Dust characterization, Risk assessment and Environment Analyser on the Martian Surface) è uno strumento multisensore la cui realizzazione è coordinata dall’Agenzia Spaziale Italiana. Lo strumento integra una suite di sensori per la misura dei parametri meteorologici (pressione, temperatura, umidità, velocità e direzione del vento, radiazione solare) e del campo elettrico atmosferico in prossimità della superficie di Marte.
Esso avrà la possibilità di studiare le condizioni ambientali sul pianeta nel periodo in cui si prevede una forte presenza di polveri nell'atmosfera. DREAMS avrà inoltre la possibilità unica di verificare se, in tali condizioni, si generi su Marte, come sulla Terra, un intenso campo elettrico.
Il team di istituzioni coinvolte in DREAMS annovera il Centro Interdipartimentale di Studi e Attività Spaziali (CISAS) “G. Colombo” di Padova (Responsabilità di Progetto), l’INAF-Osservatorio di Capodimonte (Responsabilità Scientifica) e l’INAF-Osservatorio di Arcetri. Sono coinvolti anche partner internazionali quali Latmos/Centre National de la Recherche Scientifique (Francia), il centro ESTEC dell’ESA, INTA (Spagna), FMI (Finlandia) e l’Università di Oxford.
Lo strumento è stato selezionato da ESA per essere integrato nell’EDM (Entry descent landing Demonstrator Module) della missione ExoMars, il cui avvio è previsto nel 2016.
Philae si è addormentato
E’ stata una lunga notte per Philae e per i suoi strumenti impegnati ad utilizzare nel modo più efficiente possibile la batteria residua per l’invio dei dati a terra. “Faremo l’impossibile- avevano detto dal Centro di Controllo di Colonia e così è stato fatto. Tutta la prima sequenza degli esperimenti scientifici ROLIS,COSAC, Ptolemy, CONSERT e l’attivazione del trapano SD2 ‘il gioiello made in Italy’ di Amalia Ercoli Finzi- è stata effettuata. Poco prima dell’1 e 36 di venerdì a circa 57 ore dal landing, un tweet l’ESA ha annunciato la messa in stand by del lander dovuta all’esaurimento delle batterie. Contemporaneamente alla scienza, si è tentata anche una manovra di rotazione del lander di circa 35 gradi e di sollevamento di 4 centimetri per poter illuminare il pannello solare in ombra.
“Anche nella non prevista posizione in cui Philae è atterrato – ricorda il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston - e tutto ha funzionato a regolarmente. Il drill italiano e gli altri strumenti hanno fornito dati unici sulla natura della cometa. Inizia ora la fase di analisi dei dati scientifici, sarà un lavoro difficile ma eccitante, dal quale ci aspettiamo grandi risposte. È un momento straordinario nel quale questo piccolo oggetto a cavallo di una cometa è riuscito nel suo arduo compito farci sognare e darci tanta scienza”.
E di scienza, di tenacia nel raggiungere gli obiettivi ne abbiamo vista davvero tanta a partire dal rocambolesco atterraggio quando lo ricordiamo Philae è rimbalzato per ben due volte rimanendo sospeso nel vuoto - per 1 ora e 50 minuti la prima volta e circa sette minuti la seconda e si è posato lontano da Agilkia il sito prescelto- che a dire il vero ha toccato, durante il primo touchdown- senza neppure l’ausilio degli arpioni che avrebbero dovuto ancorarlo saldamente alla superficie.
“Dalle prime immagini – ci aveva detto dal Lander Control Center di Colonia Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’ASI, nella foto in alto a sinistra con Amalia Ercoli Finzi – si osserva che Philae è situato in una frattura della superficie con materiale di consistenza solida e molto frastagliala, all’apparenza poco alterato dai processi cometari e quindi molto probabilmente testimone delle condizioni originarie della cometa al momento della sua formazione”.
Tutti i sottosistemi e gli strumenti a bordo hanno funzionato nominalmente. Durante la la notte del 13 novembre si è comandata una sequenza di operazioni con il dispiegamento del braccio di MUPUS (Multi-Purpose Sensors for Surface and Subsurface Science) che misurerà la densità e le proprietà termiche e meccaniche della superficie e di APXS (Alpha X-Ray Spectrometer ) che individuerà la composizione elementare della superficie (entrambe le attività implicano l’uso di meccanismi).
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