Energia dai colori delle piante

Un gruppo di ricercatori dell’Ipcf-Cnr, dell’Iit e dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha creato una cella solare in grado di ‘imitare’ il processo di fotosintesi naturale, ha riassunto i propri studi e lo stat... Continue reading

Evaluate Essay: The Contraction and Enjoyment from the Cardiac fibers

Evaluate Essay: The Contraction and Enjoyment from the Cardiac fibers

The center is referred to as a muscle body organ that primarily attributes to be a water pump that enables our blood to become pressed thru bloodstream to various parts of the body.professional term paper writers The human cardiovascular has wide the wall surfaces made from endocardium, myocardium, and also epicardium levels. The myocardium layer will be the thickest of those all and is for the most part crafted from cardiac muscles materials that written contract and chill out to support the moving device. This papers wants to spell it out the contraction and relaxing of cardiac fabric. The method of contraction and leisure of cardiac fibers Cardiac fibres arrangement from a synchronised mode inside a device backed by intercalated discs which might be spread using the myocardium. Continue reading

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La pulsar binaria con l’orbita più larga

La parabola da 100 metri del radiotelescopio Robert C. Byrd Green Bank Telescope. Crediti: NRAO/AUI/NSFDurante un campo estivo, una coppia di studenti statunitensi delle scuole superiori hanno scoperto un’altra straordinaria coppia: la pulsar che orbita più lontano da una stella di neutroni compagna. Il commento di Marta Burgay dell’INAF Continue reading

Esopianeti: un gigante anomalo

2Dalle dimensioni paragonabili al nostro Giove, ruota in orbita stretta attorno a una piccola stella, 500 anni luce da qui: si tratta di un pianeta formatosi chissà dove e aggiuntosi in un secondo tempo al lontano sistema stellare. Ma per i ricercatori non c’è spiegazione Continue reading

Progress fuori controllo

I ripetuti tentativi di riprenderne il controllo da Terra sono definitivamente falliti: il cargo russo Progress M-27M - lanciato lo scorso 28 aprile dal cosmodromo di Baikonour col compito di raggiungere la ISS con un carico di circa 3 tonnellate tra rifornimenti, strumentazioni scientifiche e pezzi di ricambio - è ormai ufficialmente in caduta 'libera' verso la Terra


Dalle ricostruzioni dei tecnici del Comando Strategico USA, sembra che un secondo e mezzo prima del distacco tra la Progress e il terzo stadio del lanciatore - Soyuz - sia venuta meno la telemetria e quindi le informazioni sullo stato dei sistemi non siano state più ricevute.

Dai pochi filmati trasmessi da una telecamera della Progress prima che si spegnesse completamente, si nota che la capsula sta ruotando su sé stessa a una velocità molto alta probabilemente a causa di un errore o un esplosione avvenuta prima e durante la fase di separazione.


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3 maggio 2015, ore 12:44 (GMT): il caffè espresso conquista lo Spazio

Caffè chiama Terra: è stato bevuto alle 12.44 GMT di oggi il primo espresso nello spazio. Un desiderio-espresso finalmente realizzato grazie a ISSpresso, la prima macchina espresso a capsule in grado di lavorare nelle condizioni estreme dello spazio, che è stata installata e messa in funzione sulla Stazione Spaziale Internazionale da Samantha Cristoforetti, astronauta italiana dell’Agenzia Spaziale Europea, capitano dell’Aeronautica Militare, impegnata nella missione Futura, la seconda di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana sulla ISS. Cristoforetti è oggi diventata, dunque, non solo la prima donna italiana ad andare nello spazio, ma anche il primo astronauta della storia a bere in orbita un autentico espresso italiano. Il progetto ISSpresso è stato realizzato da Argotec e Lavazza in partnership pubblico-privata con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

ISSpresso è uno dei nove esperimenti selezionati dall’Agenzia Spaziale Italiana per la missione Futura di Samantha Cristoforetti e non è solo il simbolo del Made in Italy che conquista la stazione spaziale, ma anche il frutto di una ricerca scientifica avanzata. Preparare un caffè nello spazio non è semplice ma è necessaria una tecnologia estremamente raffinata. La prima macchina espresso a capsule è in grado di lavorare nelle condizioni estreme dello spazio, dove i principi che regolano la fluidodinamica dei liquidi e delle miscele sono molto diversi da quelli tipici terrestri. Rappresenta un vero gioiello tecnologico e ingegneristico, in grado di erogare un espresso a regola d’arte in assenza di peso. Per questo è stato selezionato dall’Agenzia Spaziale Italiana per un’opportunità di utilizzazione a bordo della ISS.

Una pausa-caffè spaziale. Le operazioni di supporto all’esperimento sono state seguite dal centro di controllo di Argotec e monitorate dai centri di controllo dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il primo espresso spaziale è stato accolto con entusiasmo dall’equipaggio della Missione Futura. La macchina ISSpresso – che utilizza le stesse capsule di caffè Lavazza che si trovano sulla Terra - è stata progettata e realizzata proprio per garantire la stessa qualità di un autentico caffè espresso italiano per crema, corpo, aroma e temperatura. La bevanda è stata così erogata in condizioni di microgravità e rispetta tutte le caratteristiche dell’espresso italiano. Al termine dell’erogazione, un nuovo sistema brevettato ha garantito la pulizia della parte finale del circuito idraulico, generando allo stesso tempo all’interno del “pouch” – la “tazzina” spaziale - una piccola differenza di pressione studiata appositamente per sprigionare tutto l’aroma del caffè espresso nel momento in cui viene inserita la cannuccia nel “pouch” stesso. Quest’ultimo, realizzato con un materiale trasparente, ha permesso l’osservazione diretta della crema, consentendo così di effettuare l’esperimento di fluidodinamica e di studiare il comportamento dei liquidi ad alta pressione e alta temperatura in un ambiente spaziale.

Ulteriori informazioni sui risultati dell’esperimento potranno essere forniti in seguito.

ISSpresso prende il suo nome dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), su cui è stata trasportata e installata grazie ai diritti nazionali di accesso e di utilizzazione che l’Agenzia Spaziale Italiana, unica in Europa, detiene attraverso la cooperazione bilaterale con la NASA. Si tratta della prima macchina espresso a capsule in grado di lavorare nelle condizioni estreme dello spazio, dove i principi che regolano la fluidodinamica dei liquidi e delle miscele sono molto diversi da quelli tipici terrestri. ISSpresso nasce da un progetto di Argotec, l’azienda ingegneristica italiana specializzata nella progettazione di sistemi aerospaziali e leader europea nella preparazione di alimenti sani e nutrienti da consumare nello spazio, e di Lavazza, lo storico brand made in Italy del caffè. ISSpresso rappresenta una sfida tecnologica che soddisfa requisiti molto severi, imposti dall’ASI e dalla NASA, in termini di funzionalità tecnica e di sicurezza: si tratta di un importante traguardo scientifico e ingegneristico che sta aiutando a migliorare le conoscenze sui principi di fluidodinamica e sulle condizioni in microgravità, oltre a contribuire al miglioramento della qualità della vita degli astronauti sulla ISS. L’innovativo sistema a capsule è in grado di preparare anche il caffè lungo e le bevande calde, come tè, tisane e brodo, consentendo la reidratazione degli alimenti. Alcune delle soluzioni adottate hanno portato a brevetti internazionali, che potranno essere utili sia per le successive missioni spaziali, sia per un utilizzo terrestre.

“L’esperimento è un’opera di elevata ingegneria – ha ricordato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston – frutto di una collaborazione tra pubblico e privato che ha prodotto soluzioni innovative: porteranno non solo benefici psicologici immediati per gli astronauti, ma importanti ritorni positivi sulla Terra e vantaggi tecnologici per le future missioni spaziali”.

“Con il successo dell’esperimento di oggi, abbiamo vinto la sfida che avevamo lanciato quasi un anno fa durante la presentazione del progetto, riuscendo a superare i limiti dell’assenza di peso e permettendo così di bere a bordo della Stazione Spaziale Internazionale un ottimo espresso, simbolo indiscusso del made in Italy, ma anche migliorando le conoscenze di fluidodinamica - hanno dichiarato con soddisfazione David Avino, Managing Director di Argotec, e Giuseppe Lavazza, Vice Presidente del Gruppo Lavazza – “La collaborazione tra Argotec e Lavazza, in partnership con ASI, dimostra come la sinergia tra due aziende italiane - e in particolare torinesi -, che rappresentano l’eccellenza nel proprio settore, possa portare a risultati straordinari di rilevanza internazionale”.

Tecnologia extra-terrestre. Un altro record di ISSpresso è stato la sua realizzazione in tempi molto brevi – circa 18 mesi - rispetto alla media dei progetti spaziali. Ogni dettaglio di ISSpresso è stato studiato nei minimi particolari per rispondere a una sfida scientifica e ingegneristica: grazie agli studi sulla macchina, infatti, sono stati affrontati principi di fisica e di fluidodinamica, come la difficile gestione in un ambiente spaziale di liquidi ad alta pressione e alta temperatura. Basti pensare che il tubicino di plastica che conduce l’acqua all’interno di una normale macchina espresso è stato sostituito con un tubo di acciaio speciale in grado di resistere a una pressione di oltre 400 bar. La macchina è così complessa da raggiungere un peso di circa 25 chilogrammi in quanto tutti i componenti critici sono stati ridondati per questioni di sicurezza secondo le specifiche concordate con l’ASI.

Per commentare su Twitter: #MissionEspresso, #ISSpresso @Lavazza, @argotec_it, @ASI_spazio

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“Insieme per la salute”

E' nato dalla sinergia tra la realtà sanitaria pubblica e un gruppo di soggetti del terzo settore un piano di intervento di assistenza medica dei migranti che si è svolto nell'autunno 2014, il periodo in cui, con l'operazione Mare nostrum, la presenza di migranti, soprattutto richiedenti asilo da paesi in guerra ha avuto il suo picco in Italia.

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Asteroidi killer ed eruzioni vulcaniche

era glaciale asteroideUno studio guidato da scienziati dell'Università della California suggerisce che l'impatto avvenuto oltre 60 milioni di anni fa al largo della penisola dello Yucatan potrebbe aver innescato le massicce eruzioni di lava del Deccan, in India Continue reading