ENEA

Beni culturali: Innovativo sistema antiurto messo a punto da ENEA  e Musei Vaticani  per il trasporto della  statua “Augusto di  Prima Porta”

La famosa statua in marmo dell’imperatore Augusto rinvenuta a Roma nel 1863 e nota come “Augusto di  Prima Porta” dal luogo di ritrovamento, è tornata perfettamente integra ai Musei Vaticani dopo essere stata esposta alle Scuderie del Quirinale a Roma e al  Grand Palais a Parigi.

A causa della fragilità della statua tutti gli spostamenti durante il trasporto sono stati eseguiti utilizzando un innovativo sistema di protezione da qualsiasi sollecitazione o urto, sostenuto dalla ditta Montenovi, progettato e sviluppato dall’ENEA in collaborazione con i Musei Vaticani. Le soluzioni tecnologiche sono state studiate e realizzate dall’ing. Gerardo De Canio dell’ENEA insieme ai tecnici dei Musei Vaticani, Guy Devreux e Stefano Spada, restauratori del Laboratorio Restauro Marmi e al prof. Ulderico Santamaria, responsabile  del  Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione e il Restauro.

Il trasporto è stata un’operazione complessa in quanto la statua, alta più di 2 metri e dal peso di oltre 1000 chilogrammi, restaurata in più punti, è molto vulnerabile alle vibrazioni e agli urti, ma grazie all’integrazione di diverse tecniche (tutore, cassa ammortizzata e gabbia antivibrante) ne è stata possibile la perfetta protezione in tutte le fasi. In primo luogo sono stati applicati alla statua un tutore per il braccio  e uno speciale corpetto protettivo per il torace, fissato al basamento della statua tramite un traliccio di sostegno; la seconda fase ha comportato il posizionamento della statua  all’interno di una cassa in legno allestita con rivestimento ammortizzante, inserita a sua volta in una seconda  gabbia d’acciaio antivibrante. Tutti i passaggi delle operazioni sono state monitorati con un sistema di sensori, posizionati sui punti critici della statua e sul basamento. 

Questa esperienza pone le basi per la definizione di linee guida e di protocolli per la movimentazione e il trasporto di opere d’arte anche altamente vulnerabili che saranno avviati  da  dall’ENEA e dai Musei Vaticani.

Questa nuova collaborazione si aggiunge all’Accordo tecnico- scientifico già esistente tra Musei Vaticani ed ENEA per lo sviluppo congiunto di tecnologie avanzate per la tutela dei beni culturali. In questo modo l’ENEA conferma il suo impegno per la tutela e la conservazione del patrimonio culturale, settore vitale per la nostra identità nazionale e strumento di potenziale sviluppo economico, grazie alla capacità di trasferimenti delle proprie conoscenze alle specifiche esigenze  degli esperti del settore.

 


Roma, 22 Dicembre 2014 Continue reading

Industria: doppia vittoria italiana nello sviluppo di materie prime strategiche

Doppia vittoria italiana sul fronte della creazione di nuove imprese e occupazione. Il consorzio internazionale “RawMatTERS”, al quale partecipano ENEA  con alcune università e industrie nazionali, ha vinto il bando per un progetto europeo da 2 miliardi di euro per creare  50 start up e 10mila posti di lavoro nel settore delle materie prime ‘strategiche’.  Inoltre, il  polo di riferimento del progetto per il Sud Europa sarà in Italia, presso il Centro Ricerche Casaccia dell’ENEA a Roma.
Il bando è promosso dall’Istituto Europeo per la  Tecnologia e l’Innovazione (EIT)  e  prevede la creazione  di una  ‘Comunità della conoscenza e dell’innovazione’ (KIC Knowledge and Innovation Community) per migliorare l’estrazione,  il riciclo, il riuso e la sostituzione delle materie prime ‘critiche’  quali, ad esempio, terre rare, indio, germanio, magnesio.

Il consorzio RawMatTERS  è composto da 20 paesi e oltre 100 partner.  Per l’Italia, oltre alla capofila ENEA, sono coinvolti Trento Rise, ASTER, Marangoni, le Università di Padova e di Milano Bicocca e, come  partner associati,  Pirelli Tyre, Politecnico di Milano; Zanardi Fonderie, più  16 partner a progetto, principalmente PMI di Italia, Spagna e Malta, più 15 partner di supporto fra i quali Unioncamere, Regioni Lazio e Lombardia e il Ministero dello Sviluppo Economico.
Le attività partiranno da gennaio 2016 per una durata di sette anni, fino al 2022.

"E’ una vittoria per il sistema Paese e dell’ENEA che è riuscita a mettere insieme tutti i principali attori italiani intorno a un progetto strategico per la ricerca e l’innovazione applicate all’industria manifatturiera’’ ha dichiarato il Commissario dell’ENEA Federico Testa –. “Ci sono voluti due anni di lavoro, per i quali ringrazio i nostri  funzionari e i ricercatori, per arrivare a questo risultato che consolida l’eccellenza ENEA nel binomio ricerca-industria’’.
“Nello specifico, la KIC non finanzierà attività di ricerca in senso stretto, bensì la valorizzazione delle ricerche pregresse, in forma di nuove concrete iniziative di business compreso lo sviluppo delle nuove professionalità ad esse necessarie” spiega Marco Vittori, responsabile dell’Unità Tecnologia dei Materiali  dell’ENEA che ha curato il progetto insieme all’Ufficio di Bruxelles dell’Agenzia.

Nella scienza e tecnologia dei materiali,  l’ENEA è impegnata principalmente nella ricerca applicata alla realizzazione di nuovi materiali e di nuovi componenti. Riguardo alla KIC ‘materie prime critiche’,  le attività si baseranno  su competenze sviluppate grazie a finanziamenti regionali, nazionali ed europei, ad esempio nel recupero di metalli preziosi da prodotti ad alto valore aggiunto (display, lampade, schede elettroniche), la sostituzione delle materie prime critiche incorporate nei prodotti elettronici e del settore illuminotecnico, il recupero di terre rare dai magneti permanenti utilizzati in hard disk ed altri prodotti elettronici, la progettazione e realizzazione di nuovi prodotti che riducono o annullano l’utilizzo di materie prime critiche (OLED, celle solari).

Le materie prime strategiche sono essenziali per produrre beni diffusi quali telefoni cellulari, cavi di fibre ottiche, celle fotovoltaiche.  Le terre rare, ad esempio,  servono  per realizzare  le turbine eoliche, il germanio per i rivelatori all’infrarosso, il magnesio per le leghe leggere in alluminio.
Tuttavia, a  fronte di una domanda in forte crescita, l’approvvigionamento sta diventando problematico a causa della concentrazione dell’offerta da pochissimi paesi: Cina, Russia,  Repubblica democratica del Congo e Brasile; a ciò si aggiungono il basso grado di sostituibilità e i tassi ridotti di riciclaggio.
Già nel 2010 la Commissione europea aveva segnalato l’esigenza di interventi e  individuato 14 materie prime  “strategiche”:  antimonio, berillio, cobalto, spatofluoro, gallio, germanio, grafite, indio, magnesio, niobio, platinoidi, terre rare, tantalio e tungsteno.  E nel maggio scorso la lista è stata portata a 20.

Per approfondimenti sulle "Materie prime critiche” vedi articoli pubblicati sulla rivista ENEA, Energia, Ambiente e innovazione, consultabili al seguente link:
http://titano.sede.enea.it/Stampa/Files/cs2014/Articoli-materie-prime-EAI.pdf

Per maggiori informazioni vedi il video al seguente link:
http://webtv.enea.it/Members/webtvadmin/videos/interv-marco-vittori.mpg/view

 


Roma, 18 Dicembre 2014 Continue reading

Energia: progetto ENEA per rafforzare sicurezza reti

Rafforzare la sicurezza e la capacità di risposta delle infrastrutture di rete alle criticità provocate da eventi  naturali, da guasti,  errori umani,  ma anche cyber attacchi. E’ l’obiettivo al quale sta lavorando l’ENEA con alcuni gestori di rete europei, il TSO norvegese Lyse, istituti di ricerca e università straniere e operatori delle reti elettriche, idriche e delle tlc di Israele. Per l’Italia il partner è la SELEX del Gruppo Finmeccanica.

I risultati ottenuti ad oggi per rendere disponibile ai gestori di  infrastrutture ‘critiche’ – come  reti elettriche, del gas o di tlc- ma anche delle amministrazioni locali e  la Protezione civile un DSS, Decision support system, ovvero un sistema di monitoraggio continuo e di supporto alle decisioni  in caso di crisi, sono stati presentati in un workshop all’ENEA a Roma al quale hanno partecipato esperti delle Università di Coimbra, del Surrey,  di Roma Tre.

“A fronte di evento naturale avverso, di guasti o anche di attacchi informatici, il buon funzionamento e la capacità di gestione dell’evento sono fondamentali per non mandare in tilt tutto il sistema. Inoltre, l’ingente produzione da  fonti rinnovabili e l’evoluzione verso le smart grids rendono  più ‘vulnerabile’  il sistema.  Da qui  –spiega il ricercatore ENEA Michele Minichino-  l’importanza di sistemi avanzati per ridurre i rischi e ottimizzare l’efficienza delle reti e degli SCADA (Supervision And Data Acquisition)  che sono il ‘sistema nervoso’ delle infrastrutture’’.
Nello specifico, l’ENEA  sta realizzando un  centro  di simulazione distribuito tra la Casaccia, Palermo e Bari  dove sarà possibile rappresentare ed eseguire  scenari  di pianificazione e di esercizio  di reti elettriche attive (con generazione distribuita e sistemi di accumulo),  rete idrica,  rete del gas.

Le attività in questo settore sono iniziate diversi anni fa con il progetto europeo MICIE e stanno proseguendo con il nuovo progetto, CockpitCI incentrato sulla cyber security: l'obiettivo è il rilevamento precoce, l'analisi e la mitigazione degli attacchi informatici al fine di migliorare l'efficienza, la resilienza e la QoS delle CI e di mitigare disastrosi effetti domino (www.cockpitci.eu).   
Il modello sviluppato da ENEA  è anche  elemento fondante  del  progetto PON MIUR SINERGREEN (http://sinergreen.cdc.unict.it/index.php/it/) che l’Agenzia sta conducendo in Sicilia, nell'ambito settoriale  renewable energy & smart cities. Le infrastrutture di rete, infatti, sono l’elemento portante delle smart cities.

Per ulteriori informazioni vedi il video realizzato dalla WebTv ENEA al seguente link:

Progetto CockpitCI, per l’efficienza e la sicurezza delle reti elettriche

http://webtv.enea.it/Members/webtvadmin/videos/cockpitcifinal.mpg

https://www.youtube.com/watch?v=XqfEgTEJh_M&feature=youtu.be

 

 


Roma, 17 Dicembre 2014 Continue reading

Clima: da esperti ENEA una strategia in 4 punti presentata a Lima

12 dicembre 2014 - Alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico che si è aperta nella capitale del Perù gli esperti dell'ENEA presenteranno oggi i 4 punti chiave per la lotta ai cambiamenti climatici messi a punto dal network degli enti di ricerca dei paesi del G8 sulle Low Carbon Societies.

In particolare, le quattro linee guida riguardano l'importanza di abbinare le politiche di sicurezza energetica con la lotta al climate change, trovare più risorse per le politiche pro-clima riorientando investimenti e incentivi, puntare su tecnologie low carbon e sul trasferimento tecnologico ai paesi più poveri, sviluppare sinergie fra politiche per la green economy e le strategie di adattamento e mitigazione al climate change.

''Da quanto emerso all'ultimo vertice di Roma delle Low Carbon  Societies, l’evoluzione tecnologica  può far sì che i costi dei  servizi energetici si assestino a livelli inferiori di quelli attuali, se opportunamente sostenuta - spiegano gli esperti ENEA Natale Massimo Caminiti e Sergio La Motta, che presenteranno i 4 punti chiave in un side event a Lima - L’uso massiccio di fonti rinnovabili e di efficienza energetica, accompagnati ad un comportamento più responsabile da parte dei cittadini, porterà dei benefici anche sulla sicurezza degli approvvigionamenti di petrolio e gas. I problemi legati all'intermittenza delle fonti rinnovabili - aggiungono- sono superabili con l’utilizzo di tecnologie di stoccaggio per le quali sono necessari ulteriori  investimenti in ricerca e sviluppo. Un altro tema importante, secondo gli esperti Enea è che l’uso delle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica  sono condizioni necessarie ma non sufficienti per la transizione verso una società a bassa emissione di anidride carbonica. ''È necessario inquadrare il problema nel contesto più generale dello sviluppo sostenibile, in particolare curare gli aspetti relativi al miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse, sia nel settore industriale  che in quello della gestione dei territori e delle città. Il passaggio da un’economia lineare a una “circolare” è fondamentale per una transizione low carbon''.

Per maggiori informazioni vedi servizio video disponibile al link:
http://webtv.enea.it/Members/webtvadmin/videos/enea-conferenza-lima.mpg/view

 

Natale Massimo Caminiti - ricercatore dell’ENEA dell’Unità tecnica Modellistica Energetica Ambientale e Responsabile del Servizio Mitigazione Adattamento Cambiamenti Climatici

Sergio la Motta - ricercatore dell’ENEA dell’Unità tecnica Modellistica Energetica Ambientale, Servizio Mitigazione Adattamento Cambiamenti Climatici e Focal Point per l’Italia per il meccanismo di trasferimento tecnologico della Convenzione sui Cambiamenti Climatici

 


Lima, 12 Dicembre 2014 Continue reading

Energy: 650 European experts meet today at the Set-Plan Conference 2014 in Rome

Leading European and Italian authorities and over 650 energy stakeholders from all across Europe and beyond are gathering today and tomorrow in Rome at the 7th Strategic Energy Technology Plan (SET-Plan) Conference. The two-day conference - organised by ENEA (Italian National Agency for New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development) with the collaboration and support of the European Commission - is a major event in the programme of the Italian Presidency of the Council of the European Union.

The conference offers a unique opportunity for all stakeholders and representatives of national and EU institutions to have in-depth discussions on the new developments of the SET Plan towards an Integrated Roadmap and Action Plan addressing research & innovation challenges and needs of the EU energy system. Over the last six years, the SET Plan has promoted and fostered the exchange of information and knowledge between key decision-makers, industry and research actors and has had a structuring effect in EU and national programmes, orienting investments around selected technologies. Building on these achievements, the Integrated Roadmap and Action Plan will respond to the new challenges of the energy transition and the objectives of the European Energy Union.

“In this context – said ENEA Commissioner, Federico Testa – research and innovation are key to give answers to the challenge of securing energy supplies and to the increasing concerns on climate change. The crucial climate-energy nexus is further strengthened by the concurrence of the Lima Conference on climate change while the SET Plan Conference is taking place”.

The high-level opening speeches from the European Commission acknowledged that “this event could not fall at more opportune time, where the need to ensure a competitive, secure, affordable and sustainable energy system is without a doubt one of the greatest challenges of the 21st century. Indeed, the construction of a resilient Energy Union with a forward looking climate change policy has been identified as key priority of the current European Commission. European Energy R&I policy has a major role to play”. 

Launched in 2008 the EU’s SET-Plan is the technology pillar of the EU’s energy and climate policy to support research and innovation on low-carbon technologies by establishing joint partnership among research actors, industry, European Commission and Member States. Its major goal is to contribute to the transition to a low carbon economy by reducing CO2 emissions as well as to increase energy security in a sustainable way while reinforcing competiveness, by using the available resources more effectively and leveraging investments to create growth and new jobs.

The SET-Plan is an initiative of the European Commission’s Directorates – General for Energy, Research and Innovation and the Joint Research Centre.

For further information on the SET-Plan Conference programme and speakers: www.setplan2014.it

 


Rome, 10 Dicembre 2014 Continue reading

Scienza: Italia rischia clima ‘africano’, su Nature Scientific Reports studio ENEA

Il Sud Italia rischia di diventare una regione dal clima più simile a quello ‘Nord africano’, con estati ed inverni sempre più aridi e secchi e un impatto molto negativo sulla disponibilità di acqua, l’agricoltura e la salute. Lo stesso rischio minaccia Spagna del sud, Grecia e Turchia, per effetto dei cambiamenti climatici che potrebbero provocare lo ‘spostamento’ del clima mediterraneo verso le regioni del Nord e del Nord Est in Europa, ma anche nel resto del Pianeta. A delineare questo scenario è un articolo pubblicato in questi giorni su Nature Scientific Reports a firma del ricercatore dell’ENEA Andrea Alessandri, in collaborazione con altri prestigiosi istituti di ricerca esteri.

L’articolo dal titolo ‘’Evidenze solide dell’espansione e del ritiro del clima Mediterraneo nel 21esimo secolo” evidenzia per la prima volta come la ‘rivoluzione climatica’ in atto potrebbe impattare, già in questo secolo, sulle condizioni di vita in vaste aree del Pianeta con clima Mediterraneo. ‘’Tutto ciò -spiega Alessandri- viene mostrato grazie all’utilizzo delle più aggiornate proiezioni climatiche effettuate con i modelli numerici che sono in grado di ‘accoppiare’ le simulazioni atmosferiche con quelle degli oceani’’.

 

 

“La novità di quest’analisi è che per la prima volta viene fornita chiara evidenza, nelle proiezioni climatiche del 21esimo secolo, della tendenza allo ‘spostamento’ del clima Mediterraneo verso le regioni del Nord e del Nord Est ed il progressivo inaridimento delle attuali aree mediterranee più meridionali’’ aggiunge il climatologo. 

Lo studio evidenzia in particolare che per le sue caratteristiche, il clima mediterraneo è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, ed è per questo che le attuali zone Euro-Mediterranee meridionali sono tra le più minacciate, con particolare riferimento all’Italia peninsulare e al sud della Spagna, alla Grecia e alla Turchia.
In questi Paesi, la forte riduzione delle precipitazioni estive ed invernali,  potrebbe determinare un progressivo inaridimento del suolo, con impatti sugli ecosistemi, sulla produzione agricola, sulla disponibilità di acqua e, di conseguenza, sulle attività industriali che dipendono dalla disponibilità idrica. 


‘’Tutto ciò –avverte Alessandri- potrebbe avere ripercussioni molto negative su economia e qualità della vita, in particolare nelle zone a maggiore densità abitativa’’. Ma non solo. Nelle aree mediterranee più a nord, l’incremento delle piogge invernali e le estati più aride potrebbero accrescere la vulnerabilità ad eventi come alluvioni e allagamenti nella stagione invernale, più rischi di siccità, incendi e scarsità di risorse idriche in estate.

Nelle regioni dell’Europa nord-occidentale, Balcani settentrionali ma anche in parte di Gran Bretagna e Scandinavia, invece, il clima potrebbe diventare, nel corso di questo secolo, sempre più come quello tipico del Mediterraneo, con estati molto più secche ed inverni più piovosi rispetto ad oggi.
Le proiezioni mostrano che le aree mediterranee si ‘espanderanno’ anche verso le regioni europee continentali, coinvolgendo anche Paesi come l’Ucraina, il Kazakistan e la Russia sud-occidentali, dove sarà favorito un clima più mite caratterizzato da un aumento delle temperature invernali. E lo stesso fenomeno potrebbe interessare anche il continente nord americano, in particolare la parte occidentale del Nord America.


L’articolo pubblicato su Nature Scientific Reports è consultabile al link: 

http://www.nature.com/srep/2014/141202/srep07211/full/srep07211.html

Per ulteriori informazioni è possibile visionare il video al seguente link:
http://webtv.enea.it/Members/webtvadmin/videos/clitmitsandreaalessandri.mpg/view

 


Roma, 09 Dicembre 2014 Continue reading

Scienza: Italia rischia clima &lsquo;africano&rsquo;, su Nature Scientific Reports studio ENEA <br />

Il Sud Italia rischia di diventare una regione dal clima più simile a quello ‘Nord africano’, con estati ed inverni sempre più aridi e secchi e un impatto molto negativo sulla disponibilità di acqua, l’agricoltura e la salute. Lo stesso rischio minaccia Spagna del sud, Grecia e Turchia, per effetto dei cambiamenti climatici che potrebbero provocare lo ‘spostamento’ del clima mediterraneo verso le regioni del Nord e del Nord Est in Europa, ma anche nel resto del Pianeta. A delineare questo scenario è un articolo pubblicato in questi giorni su Nature Scientific Reports a firma del ricercatore dell’ENEA Andrea Alessandri, in collaborazione con altri prestigiosi istituti di ricerca esteri.

L’articolo dal titolo ‘’Evidenze solide dell’espansione e del ritiro del clima Mediterraneo nel 21esimo secolo” evidenzia per la prima volta come la ‘rivoluzione climatica’ in atto potrebbe impattare, già in questo secolo, sulle condizioni di vita in vaste aree del Pianeta con clima Mediterraneo. ‘’Tutto ciò -spiega Alessandri- viene mostrato grazie all’utilizzo delle più aggiornate proiezioni climatiche effettuate con i modelli numerici che sono in grado di ‘accoppiare’ le simulazioni atmosferiche con quelle degli oceani’’.

 

 

“La novità di quest’analisi è che per la prima volta viene fornita chiara evidenza, nelle proiezioni climatiche del 21esimo secolo, della tendenza allo ‘spostamento’ del clima Mediterraneo verso le regioni del Nord e del Nord Est ed il progressivo inaridimento delle attuali aree mediterranee più meridionali’’ aggiunge il climatologo. 

Lo studio evidenzia in particolare che per le sue caratteristiche, il clima mediterraneo è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, ed è per questo che le attuali zone Euro-Mediterranee meridionali sono tra le più minacciate, con particolare riferimento all’Italia peninsulare e al sud della Spagna, alla Grecia e alla Turchia.
In questi Paesi, la forte riduzione delle precipitazioni estive ed invernali,  potrebbe determinare un progressivo inaridimento del suolo, con impatti sugli ecosistemi, sulla produzione agricola, sulla disponibilità di acqua e, di conseguenza, sulle attività industriali che dipendono dalla disponibilità idrica. 


‘’Tutto ciò –avverte Alessandri- potrebbe avere ripercussioni molto negative su economia e qualità della vita, in particolare nelle zone a maggiore densità abitativa’’. Ma non solo. Nelle aree mediterranee più a nord, l’incremento delle piogge invernali e le estati più aride potrebbero accrescere la vulnerabilità ad eventi come alluvioni e allagamenti nella stagione invernale, più rischi di siccità, incendi e scarsità di risorse idriche in estate.

Nelle regioni dell’Europa nord-occidentale, Balcani settentrionali ma anche in parte di Gran Bretagna e Scandinavia, invece, il clima potrebbe diventare, nel corso di questo secolo, sempre più come quello tipico del Mediterraneo, con estati molto più secche ed inverni più piovosi rispetto ad oggi.
Le proiezioni mostrano che le aree mediterranee si ‘espanderanno’ anche verso le regioni europee continentali, coinvolgendo anche Paesi come l’Ucraina, il Kazakistan e la Russia sud-occidentali, dove sarà favorito un clima più mite caratterizzato da un aumento delle temperature invernali. E lo stesso fenomeno potrebbe interessare anche il continente nord americano, in particolare la parte occidentale del Nord America.


L’articolo pubblicato su Nature Scientific Reports è consultabile al link: 

http://www.nature.com/srep/2014/141202/srep07211/full/srep07211.html

 


Roma, 09 Dicembre 2014 Continue reading

Scienza: un radar-laser aiuter&agrave; a &lsquo;prevedere&rsquo; le eruzioni dei vulcani

Riuscire a prevedere l’approssimarsi di un’eruzione vulcanica, potendo preallertare le popolazioni delle zone circostanti potrebbe presto diventare una realtà grazie ad una tecnologia tutta italiana presentata oggi a Monaco di Baviera presso l’Agenzia Aerospaziale tedesca, in una conferenza di esperti europei ed aziende leader del settore.  Si tratta di  un radar laser (o lidar) messo a punto dall’ENEA, basato su una tecnologia molto sofisticata che  permette, per la prima volta,  di misurare la concentrazione di CO2 nei gas vulcanici, un’operazione che con altre tecniche è rara, lenta, pericolosa e complessa anche per la difficoltà della distanza.
Sono stati i vulcanologi a chiedere all’ENEA di sviluppare un radar laser capace di misurare rapidamente e a distanza il biossido di carbonio nei fumi, in modo da affinare i modelli di previsione delle eruzioni, sperando in futuro di poter allertare la popolazione in caso di pericolo.  
 ‘’Misurare il biossido di carbonio in pennacchi vulcanici è una sfida scientifica e tecnologica di estrema importanza. Infatti, è ormai assodato che le eruzioni sono precedute dall’aumento di questo gas nel fumo che esce dal cratere’’ spiega Luca Fiorani del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia del Centro ENEA di Frascati che ha sviluppato il radar-laser.
Il laser-radar è stato messo a punto nell’ambito del progetto europeo BRIDGE (Bridging the gap between gas emissions and geophysical observations at active Volcanoes) dell’European Research Council, coordinato dal Prof. Alessandro Aiuppa dell’Università di Palermo ed è stato chiamato BILLI, acronimo di BrIdge voLcanic Lidar.
BILLI è in grado di misurare fino ad un chilometro di distanza e, grazie ad un sistema di specchi, il fascio laser può essere orientato in qualsiasi direzione, mirando con precisione la zona di pennacchio vulcanico da investigare.  I primi test sul campo sono stati fatti dal 13 al 17 ottobre presso la solfatara di Pozzuoli con il supporto dei ricercatori del Laboratorio di Chimica Ambientale dell’ENEA del Centro Ricerche Portici.
La tecnologia radar laser di BILLI si presta anche ad altre applicazioni in ambienti ostili, come i luoghi dove si è sviluppato un incendio o in contesti industriali o cittadini dove ci sono emissioni dovute a processi di combustione.

Per maggiori approfondimenti vedi Video:

http://webtv.enea.it/Members/webtvadmin/videos/billicontrollovulcani.mpg

https://www.youtube.com/watch?v=I9Sh60nQEMw&feature=youtu.be

 

Science: a laser radar will help predict future volcanic eruptions

The prediction of future volcanic eruptions and prompt alert of neighbouring populations could soon be a reality thanks to an entirely made-in-Italy technology presented at the German Space Agency’s conference of European experts and field-leading companies, held today in Munich. It is a laser radar (or lidar) developed by ENEA researchers and based on a very sophisticated technology, allowing to measure CO2 concentration in volcanic gases, an operation otherwise rare, slow, dangerous and complex, also for the difficulties posed by distance.

Volcanologists requested ENEA to develop a laser radar capable of making fast and remote measurements of carbon dioxide contained in volcanic fumes, providing more accurate eruption prediction models so that populations might be promptly alerted in case of danger.

‘’Measuring carbon dioxide in volcanic smoke plumes is a scientific and technological challenge extremely important. Actually eruptions are proved to be preceded by a higher release of gas in the smoke plumes from the crater’’ said Luca Fiorani, researcher of the ENEA Frascati Diagnostics and Metrology Laboratory, who created the laser radar.
Developed under the European Research Council’s BRIDGE (Bridging the gap between gas emissions and geophysical observations at active Volcanoes) project, coordinated by Prof. Alessandro Aiuppa (University of Palermo), this laser radar was named BILLI, the acronym for BrIdge voLcanic Lidar.

BILLI can make distance measurements up to 1 km; thanks to its mirror system the laser beam can be oriented in any direction, aiming with the maximum accuracy at the volcanic smoke plume area to be investigated.  The first field tests were performed on 13 to 17 October at Pozzuoli Solfatara with the support of researchers from the ENEA Portici Laboratory of Environmental Chemistry.

BILLI lasar radar technology can also find application in hostile environments, such as areas where a fire did break out or in industrial or urban areas subject to emissions from combustion processes.

 

See the following video for more detailed information:

http://webtv.enea.it/Members/webtvadmin/videos/billicontrollovulcani.mpg

https://www.youtube.com/watch?v=I9Sh60nQEMw&feature=youtu.be

 


Monaco di Baviera, 25 Novembre 2014 Continue reading