Comunicati Stampa

ELETTRONI PER RADIOGUIDARE GLI INTERVENTI CHIRURGICI ONCOLOGICI

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO INFN-UNIVERSITA' LA SAPIENZA. È una innovativa tecnica di chirurgia oncologica radioguidata, che utilizza al posto della radiazione gamma, cioè i fotoni oggi comunemente impiegati, la radiazione 
beta-, cioè gli elettroni. Lo studio è presentato in un articolo pubblicato nel numero di gennaio de The Journal of Nuclear Medicine. La pubblicazione presenta i primi risultati della ricerca, che riguardano la sensibilità della tecnica su particolari tipi di tumore, quali meningiomi e gliomi di alto grado: la valutazione è statisticamente positiva per questi casi clinici. Ora i ricercatori sono in attesa delle ultime approvazioni per cominciare dei test preclinici su campioni prelevati durante operazioni chirurgiche di meningiomi. Questa tecnica, sulla quale quale è stato depositato un brevetto PCT, è frutto della collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Università La Sapienza, il Centro Fermi, l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT),  l’Istituto Neurologico Carlo Besta e  l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO).

La chirurgia radioguidata è una tecnica che mira all’identificazione di residui tumorali per permettere una completa resezione in sede operatoria. Si inietta una sostanza radioattiva (un radiofarmaco) che si lega preferenzialmente alle cellule tumorali. Si attende che il farmaco sia metabolizzato e poi, durante l’operazione per l’asporto del tumore, si usa un dispositivo (sonda) in grado di rivelare la radiazione per verificare tessuti su cui si ha il dubbio se siano tumorali o meno. Alla fine della resezione, sempre durante l’operazione, si può usare la stessa sonda per verificare se siano rimasti residui.

Le tecniche di chirurgia radioguidata adottate oggi fanno tutte uso di radiofarmaci che emettono raggi gamma. Questi ultimi attraversano grossi spessori di materiale e sono pertanto utilizzati comunemente in diagnostica medica (in particolare nella PET e nella scintigrafia), e sono dunque un naturale punto di partenza per questa diagnostica. Il loro potere penetrante però comporta che, se c’è un organo fortemente captante in prossimità del tumore, esso emette un segnale che oscura qualunque segnale proveniente dai residui tumorali. Inoltre, il personale medico viene investito da una significativa dose di radiazione a meno di tenere le attività del radiofarmaco molto basse. Queste limitazioni rendono la chirurgia radioguidata non applicabile a tumori quali quelli cerebrali (vista l’alta captazione del cervello sano), dell’addome (in prossimità di reni, vescica, fegato, per esempio) e pediatrici (dove tutte le dimensioni sono ridotte).

“Per superare queste limitazioni – spiega Riccardo Faccini, professore all’Università La Sapienza associato all’INFN – il nostro gruppo di ricerca propone un cambio di paradigma, cioè utilizzare radiofarmaci che emettano radiazione invece che gamma: gli elettroni infatti hanno una capacità penetrante ridotta rispetto ai fotoni”.
“Il vantaggio di questa innovazione – prosegue Faccini – è che la scarsa penetrazione degli elettroni nei tessuti evita il problema della contaminazione da parte di organi sani captanti, e inoltre limita significativamente la radioattività assorbita dal personale medico”. I radiofarmaci con emissione di radiazione beta non sono mai stati usati nella diagnostica medica proprio perché gli elettroni hanno un bassissimo potere penetrante, meno di un centimetro nel corpo umano, e pertanto la radiazione emessa in condizioni normali non può uscire dal paziente. L’ambiente operatorio però consente di usare anche la radiazione beta-, dal momento che il chirurgo accede direttamente al tessuto che eventualmente emette la radiazione.

Dal punto di vista dell’applicazione di questo principio, la difficoltà principale è individuare i casi clinici in cui è essenziale una resezione completa del tumore e per i quali esista un radiofarmaco opportuno, cioè che emetta elettroni. Con l’ausilio dei medici nucleari, dei neurochirurghi e dei chirurghi addominali, i ricercatori hanno concluso che era opportuno cominciare a sperimentare la tecnica su tumori cerebrali, quali il meningioma e il glioma e sui tumori neuroendocrini, visto che per questi esiste un farmaco, l’Y90-DOTATOC già utilizzato per una particolare forma di radioterapia metabolica.

“Lo studio di questa tecnica – spiega Faccini – si è concentrato finora sullo sviluppo della sonda, sulla simulazione della sensitività della tecnica e sulla valutazione a partire da immagini diagnostiche, della capacità dei tumori e dei tessuti sani limitrofi di captare il radiofarmaco”. “E credo sia importante sottolineare in questa impresa la piena multidisciplinarità: la collaborazione, infatti, vede veramente sullo stesso piano fisici, ingegneri, medici nucleari, oncologi e chirurghi”, conclude Faccini.

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MORTO CESARE VOCI, FISICO DELL’INFN E PROFESSORE EMERITO A PADOVA

Cesare Voci è scomparso nella notte tra il 27 e il 28 gennaio all’età di 74 anni per una crisi cardiaca. Fisico all’INFN e professore emerito all’Università di Padova, con i suoi brillanti lavori nell’ambito della fisica subnucleare e la sua dedizione all’attività di ricerca è stato protagonista della storia dell’INFN e rappresentava una delle colonne portanti del Bo. “Con profonda tristezza ho appreso della scomparsa del professor Voci, – commenta Fernando Ferroni, presidente dell’INFN – ricordo un amico e un maestro che tanto ha fatto per il nostro Istituto con la sua saggezza”. Di origini sicule, si era laureato in fisica nell’ateneo patavino nel 1962, ordinario dal 1980, aveva diretto la sezione INFN di Padova dal 1991 al 1997, e il dipartimento di Fisica Galileo Galilei dal 1997 al 2003. Aveva quindi ricevuto l’incarico di prorettore e poi di delegato alla didattica e al budget docenza. La sua carriera di luminare della fisica è testimoniata dalle sue numerose pubblicazioni e dagli incarichi di prestigio e di responsabilità ricoperti in vari esperimenti dell’INFN, in particolare ai Laboratori Nazionali di Frascati, e nell’ambito di grandi collaborazioni e laboratori internazionali, come il Cern di Ginevra, Desy ad Amburgo e Slac a Stanford. L’ultimo saluto al professor Voci avrà luogo nello storico cortile del Bo il 30 gennaio con il rito funebre dell’alzabara.

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LHC A PIAZZA DI SPAGNA

meet lhc romaCOMUNICATO STAMPA: Per una settimana, dal 29 gennaio al 4 febbraio, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), in collaborazione con il CERN, porta LHC, l’acceleratore che ha permesso ai fisici di scoprire il bosone di Higgs, in piazza Mignanelli (adiacente a piazza di Spagna), a Roma. Poco lontano da dove in Italia è nata la lunga tradizione della fisica delle particelle, grazie alle ricerche dei celebri “ragazzi di via Panisperna”, che hanno gettato le basi per la nascita del CERN e dell’INFN stesso.

Con l’installazione MEET LHC – 60 anni di Italia al CERN, l’INFN offre ai visitatori l’occasione di ammirare la complessità degli apparati sperimentali e di approfondire, attraverso un percorso fotografico, la storia di questo celebre laboratorio, in cui lavorano persone di ogni nazionalità, a testimoniare che la scienza è strumento di pace. Il percorso fotografico mette l’accento sull’importante contributo che l’Italia, grazie all’INFN, ha fornito per il raggiungimento dei successi del CERN. Tra gli oggetti esposti anche un componente originale del superacceleratore LHC, che in primavera riprenderà la sua attività di ricerca.

Nato a Ginevra nel 1954, il CERN è oggi il più importante centro di ricerca al mondo in fisica delle particelle, dove lavorano migliaia di persone di ogni nazionalità, di cui circa 1700 sono italiani. La sua storia segna la storia della fisica moderna e contemporanea. E il contributo degli italiani è stato di fondamentale importanza. Tra i fondatori, nel 1954, c’era Edoardo Amaldi, uno dei “ragazzi di via Panisperna”. È stato l’italiano Carlo Rubbia, nel 1984, a vincere il Premio Nobel per la scoperta dei bosoni W e Z. È stata sempre un’italiana, Fabiola Gianotti (oggi direttore designato del CERN), ad annunciare la più recente scoperta del bosone di Higgs. E molti sono gli italiani che hanno rivestito o rivestono tutt’ora ruoli chiave e incarichi di responsabilità al CERN. Questi risultati sono stati possibili grazie anche all’impegno dell’INFN, che ha sempre condotto ricerche di punta e goduto di grande prestigio a livello internazionale. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Comune di Roma. (c.p.)

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CoverGirl 67P

Spettacolare immagine di una zona nella "testa" della cometa 67P. Crediti: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDAL’immagine della 67P presa con lo strumento OSIRIS ha il posto d’onore sullo speciale della prestigiosa rivista scientifica, dedicato ai primi risultati della missione dell'Agenzia Spaziale Europea Continue reading

Scurissima, arida e ricca di molecole organiche

VIRTIS-map-cropLa cometa 67/P Churyumov Gerasimenko è scurissima, povera di ghiaccio d’acqua sulla sua superficie, ma ricca di composti organici presenti negli amminoacidi, i ‘mattoni della vita’. Ecco il primo 'colpo d'occhio' del nucleo del corpo celeste, ottenuto grazie alle osservazioni dello spettrometro VIRTIS. Fabrizio Capaccioni (INAF-IAPS), Principal Investigator dello strumento a bordo della sonda europea: «ci troviamo effettivamente in presenza di una cometa che contiene al suo interno tracce dei composti primordiali o addirittura precedenti alla formazione del nostro Sistema solare Continue reading

L’INFN GUIDA LA CLOUD PER LA RICERCA EUROPEA

E’ stato approvato nell’ambito di Horizon 2020 il progetto INDIGO – DataCloud, che finanzierà lo sviluppo di una piattaforma software di tipo Cloud destinata alla ricerca scientifica, con 11 milioni di euro in 30 mesi. Con INDIGO, che sarà coordinato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), per la prima volta 22 istituzioni scientifiche di primo piano e 4 grandi aziende degli 11 paesi coinvolti si sono associati, collegando i principali sviluppatori e provider europei per realizzare una piattaforma Cloud che risponda alle esigenze specifiche di ricercatori in un ampio spettro di discipline. Il mondo della ricerca europea lavora in realtà da molti anni alla costruzione di un’infrastruttura di calcolo distribuita e condivisa, la European Grid Infrastructure – EGI, che interconnette attraverso tecnologie di Grid Computing centinaia di centri di calcolo in tutta Europa e che è stata realizzata per immagazzinare, distribuire e analizzare, tra gli altri, i centinaia di milioni di Gigabyte di dati scientifici prodotti dal Large Hadron Collider (LHC) del CERN. La nuova iniziativa, che si basa però al modello del Cloud computing, consentirà di effettuare un passo in avanti decisivo verso la realizzazione di una infrastruttura di calcolo a livello europeo più flessibile e in grado di meglio soddisfare le esigenze di un numero molto maggiore di diversi settori di ricerca. La costruzione della Grid in effetti aveva come obiettivo primario la condivisione delle risorse di calcolo, in vista di un compito estremamente complesso, come l’analisi dei dati di LHC. “Con questo progetto - spiega Davide Salomoni dell’INFN-CNAF di Bologna e principal investigator di INDIGO - i nostri sforzi si concentreranno sulla costruzione di una piattaforma software, che sarà completamente gratuita e open-source e che potrà operare su infrastrutture di rete sia pubbliche che private. Si potrà così rispondere allo stesso tempo alle esigenze di calcolo, elaborazione o archiviazione dati di ricercatori di discipline molto diverse, senza dover riscrivere ogni volta i software da zero, attraverso l’utilizzo di funzionalità comuni fornite dalla piattaforma INDIGO.” In sostanza i ricercatori avranno a disposizione uno strumento con cui accedere in modo semplice a risorse di calcolo e di archiviazione condivise e portare così a termine i calcoli e le elaborazioni più complesse, che non potrebbero svolgere con pochi computer o con il solo centro di calcolo del proprio laboratorio o ente. Partecipano con grandi aspettative al progetto, ad esempio, gruppi di ricerca di punta in ambito biomedico, che studiano le strutture proteiche con applicazioni nella diagnosi di malattie o di sintesi di nuovi farmaci. La piattaforma INDIGO, inoltre, potrà essere molto utile anche per la gestione dei dati di grandi archivi di opere museali o di cataloghi bibliotecari. In futuro inoltre potrebbe consentire ai laboratori e centri di calcolo di integrare le proprie risorse con quelle di provider esterni, ottimizzando in tal modo l’utilizzo delle risorse e diminuendone i costi. In questi casi si porranno nuovi problemi di gestione della sicurezza e della privacy dei dati, per cui verranno sviluppate soluzioni ad hoc, vista l'importanza di queste problematiche per la ricerca fondamentale, rilevanza ancora maggiore in ambito biologico e medico. “Ad ogni modo il nostro obiettivo - conclude Salomoni - è fornire alle comunità dei ricercatori europei uno strumento in grado di aumentare le loro possibilità di accesso ad infrastrutture informatiche distribuite. E in questo modo potenziare la capacità degli scienziati europei di ogni settore di risolvere problemi e arrivare a nuove scoperte.” INDIGO ha come partner industriali quatto grandi aziende europee dell’ICT: l’italiana Santer Reply, la tedesca T-Systems, la multinazionale Atos e la spagnola Indra. Nell’ambito di Horizon 2020, l’INFN partecipa anche a un altro grande progetto europeo recentemente approvato dalla commissione europea, EGI-Engage, che ha l’obiettivo di allargare e rafforzare l’infrastruttura di calcolo della ricerca europea attualmente esistente. E’ particolarmente significativo come, oltre a INDIGO, anche il principal investigator del progetto EGI-Engage sia un' italiana dell’INFN, Tiziana Ferrari. A testimoniare ancora una volta la validità e competitività del nostro Paese nell’ambito delle nuove tecnologie informatiche. L'iniziativa europea in questo settore verrà presentata anche ai media e al mondo della ricerca statunitensi nell’ambito della conferenza annuale della American Association for Advancement in Science (AAAS) a San Jose in California a febbraio 2015. (v.n.)

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A VALERIO IPPOLITO E LUCA MARTINI IL PREMIO CONVERSI

Valerio Ippolito e Luca Martini sono i vincitori dell’edizione 2014 del premio nazionale “Marcello Conversi” rivolto agli associati INFN che si sono dottorati nell’ultimo anno con una tesi nel campo della fisica subnucleare. La cerimonia di consegna si è svolta il 19 gennaio a Roma nella sede della presidenza dell’INFN. Il premio di questa edizione va a Valerio Ippolito della sezione Roma 1 con una tesi sulla “misura delle proprietà del bosone di Higgs nel canale di decadimento in quattro leptoni nell’esperimento ATLAS” e a Luca Martini della sezione di Pisa con una tesi sul “decadimento raro del mesone Bs in 2 muoni nell’esperimento CMS”. L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con questo premio annuale intende ricordare la figura di Marcello Conversi (1917-1988), insigne fisico che insieme a Ettore Pancini e Oreste Piccioni svolse negli anni della seconda guerra mondiale un esperimento fondamentale che portò alla scoperta del muone e che segnò di fatto la nascita della fisica delle alte energie. (e.c.) 

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Efficienza energetica: da ENEA vademecum su ecobonus e scadenze per imprese e PA

Le  novità sugli ecobonus del 65%, ma anche le scadenze e gli obblighi di legge che scattano da quest’anno per famiglie, imprese e amministrazioni pubbliche in tema di efficienza energetica sono raccolte e spiegate nella ‘Guida all’efficienza per il 2015’, realizzata dall’ENEA e disponibile on line all’indirizzo efficienzaenergetica.acs.enea.it. 

Su questo sito, curato da ENEA in collaborazione con il MiSE, sono anche disponibili informazioni sugli ecobonus e numeri di telefono per richiedere indicazioni sugli incentivi rinnovati dal Governo anche per l’anno in corso.

Le principali innovazioni in tema di efficienza per il 2015 riguardano l’estensione degli incentivi sotto forma di detrazioni del 65% introdotta dalla legge di Stabilità e l’attuazione delle previsioni del Dlgs 102/2014. Fra queste, in particolare, la predisposizione, in collaborazione con ENEA, di un programma di intervento per il miglioramento della prestazione energetica degli immobili della PA centrale e l’obbligo di diagnosi energetica per le imprese di grandi dimensioni entro fine 2015.

Per quanto riguarda gli ecobonus, da quest’anno valgono anche per l'acquisto e la posa in opera delle schermature solari, ovvero per le spese sostenute nei prossimi 12 mesi fino a un valore massimo di 60.000 euro; saranno detraibili le spese per tende esterne, chiusure oscuranti, dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate, e in generale le schermature.
Inoltre, l'ecobonus del 65% è stato ampliato alle spese per l'acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. Le spese devono essere sostenute nei prossimi 12 mesi fino a un valore massimo della detrazione di 30mila euro.

Ristrutturazioni - La legge di stabilità rinnova, inoltre, le detrazioni del misura del 50% per le ristrutturazioni  e del 65% per gli interventi di efficienza energetica. Confermata la proroga anche per gli interventi di efficientamento energetico che interessano le parti comuni degli edifici condominiali. Anche questi godranno dell'agevolazione maggiorata al 65% fino al 31 dicembre 2015.

Per gli interventi di riqualificazione energetica, restano immutati i tetti massimi di spesa detraibili; 153.846 euro per la riqualificazione energetica; 92.307,69 euro per gli interventi sull'involucro e per l'installazione dei pannelli solari e 46.153,85 euro per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale.
Per tutto il 2015 resterà al 65% anche la detrazione prevista per le spese destinate agli interventi antisismici e di messa in sicurezza statica.

La documentazione obbligatoria per beneficiare delle detrazioni andrà inviata all’ENEA, che svolge un ruolo di raccolta e monitoraggio della documentazione relativa alle richieste presentate e un ruolo di assistenza tecnica agli utenti. Durante i sette anni di vigenza del Programma di detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici,l’ENEA ha rilevato o un continuo e significativo incremento degli interventi di riqualificazione energetica, grazie anche all’innalzamento della detrazione dal 55 al 65%.

Più in generale, sul fronte dell’efficienza, il d. lgs. 102/2014 di “Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica” approvato lo scorso anno prevede misure per il miglioramento dell’efficienza energetica in tutti i settori e per  ridurre del 20% i consumi dell’energia primaria entro il 2020. Il Decreto introduce novità significative per la riqualificazione degli edifici. In particolare, gli artt. 5 e 6 è previsto che a partire dal 2014 e fino al 2020 dovranno essere realizzati interventi sugli immobili della PA centrale. Si prevede, inoltre, che le aziende energivoreentro il 5 dicembre 2015 e successivamente ogni 4 anni, eseguano diagnosi energetiche avvalendosi di  soggetti certificati.
Inoltre, per favorire una più efficace misura dei consumi di elettricità, gas, teleriscaldamento, teleraffrescamento e acqua calda, il decreto prevede che l’AEEG (Autorità per l’energia elettrica,il gas ed il sistema idrico) dovrà predisporre specifiche abilitanti dei contatori intelligenti, a cui le imprese distributrici saranno tenute ad uniformarsi.

Finanziamenti – La norma prevede l’istituzione di un Fondo per l’efficienza energetica destinato a sostenere il finanziamento di interventi realizzati anche mediante le ESCO, il ricorso a forme di partenariato pubblico-privato e società di progetto o di scopo appositamente costituite. Il Fondo prevede una dotazione di 5 milioni di euro per il 2014 25 milioni di euro per il 2015 e che potrà essere integrata fino a 15 milioni euro annui per il periodo 2014-2020.

Esperti - il Decreto assegna ad Accredia il compito di definire gli schemi di accreditamento in materia di ESCO, esperti in gestione dell’energia (EGE), sistemi di gestione dell’energia, diagnosi energetiche. Inoltre, UNI-CEI, in collaborazione con CTI ed ENEA, elaborerà le norme tecniche in materia di diagnosi energetiche, auditor energetici e installatori di elementi edilizi connessi al miglioramento della prestazione energetica degli edifici.

Informazione e Formazione – L’ENEA deve predisporre un Programma triennale di informazione e formazione sull’efficienza energetica rivolto a PMI, dipendenti pubblici, famiglie, studenti e istituti bancari, da  sottoporre al MiSE.

GUIDA 2015, gli adempimenti sull’efficienza previsti dal Dlgs 102/14

Legge stabilità

Dlgs. 102/2014

Per ulteriori approfondimenti il sito ENEA Obiettivo Efficienza energetica:

http://www.efficienzaenergetica.enea.it/edilizia/incentivi/detrazioni-fiscali-65/detrazioni-fiscali-65-1.aspx

 


Roma, 19 Gennaio 2015 Continue reading