Comunicati Stampa

Fosfati idrosolubili nelle rocce di Bennu

I primi risultati delle analisi del campione di rocce dell’asteroide Bennu, prelevato e riportato a terra lo scorso autunno dalla missione Osiris-Rex della Nasa, rivelano la presenza di molta acqua nella storia dell’asteroide, agli albori del Sistema solare. Fra gli autori dello studio, pubblicato ieri su Meteoritics & Planetary Science, ci sono anche due ricercatori dell’Inaf di Padova, Maurizio Pajola e Filippo Tusberti Continue reading

Juno mostra i laghi di lava di Io in alta definizione

From left, Ganymede, Europa, and Io – the three Jovian moons that NASA’s Juno mission has flown past – as well as Jupiter are shown in a photo illustration created from data collected by the spacecraft’s JunoCam imager. Credit: Image data: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS. Image processing: Kevin M. Gill (CC BY); Thomas Thomopoulos (CC BY)Le immagini a infrarossi ottenute dallo strumento Jiram a bordo della sonda Juno della Nasa animano la discussione sul funzionamento interno di Io, la luna più calda di Giove. «L’elevata risoluzione spaziale delle immagini a infrarossi di Jiram, combinata con la posizione favorevole di Juno durante i sorvoli, ha rivelato che l'intera superficie di Io è coperta da laghi di lava contenuti in strutture simili a caldere», dice Alessandro Mura dell’Inaf, primo autore dello studio Continue reading

Jwst osserva antichissimi ammassi stellari

Gli ammassi stellari osservati con il telescopio spaziale James Webb in una galassia a soli 460 milioni di anni dopo il Big Bang potrebbero essere i progenitori degli ammassi globulari che popolano le galassie odierne. È il risultato di un gruppo di ricerca internazionale a cui partecipano anche Eros Vanzella e Matteo Messa dell’Istituto nazionale di astrofisica, pubblicato oggi su Nature Continue reading

Ixpe svela un tesoro nascosto nella Via Lattea

Osservata con il telescopio spaziale Ixpe l’emissione in polarizzazione X di Cygnus X-3, ora classificato come Ulx, vale a dire una sorgente di raggi X ultra-luminosa. «ll valore misurato, pari a oltre il 20 per cento, non può essere spiegato con nessun modello applicabile alle altre sorgenti di questo tipo», dice Fabio Muleri dell’Inaf di Roma, «e quindi ne abbiamo dovuto sviluppare uno appositamente» Continue reading

Raffiche di vento relativistico da un lontano quasar

Tramite osservazioni multibanda, un gruppo di astrofisici guidati da Manuela Bischetti dell'Inaf e dell'Università di Trieste ha studiato, in un range di scale spaziali molto ampio e dalle regioni più nucleari fino al mezzo circumgalattico, il quasar più lontano con misura di vento nucleare e l’alone di gas più esteso (circa 50mila anni luce) rilevato in epoche remote. Lo studio su The Astrophysical Journal Continue reading

Eppur si muove, ai confini della materia oscura

Sviluppando una nuova tecnica che consente di misurare le curve di rotazione delle galassie tramite il fenomeno della lente gravitazionale debole, un nuovo studio dimostra che le velocità di rotazione rimangono inaspettatamente costanti anche a distanze molto grandi dal centro. Un risultato in linea con le previsioni della teoria della gravità modificata, che non contempla la presenza di materia oscura nell’universo. Fra gli autori dello studio, Federico Lelli dell’Inaf di Arcetri Continue reading

A caccia di nane bianche e pianeti distrutti con Jwst

Il telescopio spaziale James Webb ci regala nuove immagini mozzafiato del nostro vicinato galattico. Un gruppo di ricerca guidato dall’Inaf ha sfruttato le enormi potenzialità di Jwst per osservare, per la prima volta all’infrarosso, l’intera sequenza di raffreddamento delle nane bianche in un vicino ammasso globulare, rivelando un eccesso di emissione infrarossa, potenziale indizio di antichi sistemi planetari distrutti Continue reading

Via libera ad Andes, alla ricerca di vita su altri mondi

Oggi Eso ha firmato l’accordo con un consorzio internazionale guidato da Inaf per la progettazione e la costruzione di Andes, uno strumento di altissima tecnologia che sarà installato su Elt. Andes verrà utilizzato per cercare segni di vita negli esopianeti e studiare le prime stelle che si sono accese nell’universo, oltre che per testare le variazioni delle costanti fondamentali della fisica e misurare l'accelerazione dell'espansione dell'universo Continue reading