Comunicati Stampa

Scoperti coralli bianchi vivi nel Mar Ligure Orientale

Formazioni di coralli bianchi vivi appartenenti alla specie Madrepora oculata a 560 metri di profondità nei fondali davanti Punta Mesco alle Cinque Terre (La Spezia): questa la scoperta della campagna oceanografica condotta dai ricercatori del Centro Ricerche Ambiente Marino dell’ENEA di S. Teresa (La Spezia) e dalla Marina Militare.

L’attività di ricerca è stata condotta a bordo di nave “Leonardo”, unità polivalente di ricerca costiera della Marina Militare, con l’impiego del Remoted Operative Vehicle (ROV) “Pegaso” del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN).

ENEA e Marina Militare collaborano al progetto di ricerca dei coralli bianchi di profondità da ottobre 2013. La ricerca prende avvio dalla preziosa collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare e l’eccellente contributo del suo personale tecnico e scientifico. Durante questa fase le prospezioni geofisiche sono state svolte a bordo delle navi idrografiche “Magnaghi” e “Aretusa” e le indagini sono state dirette con ROV “Pluto Gigas”  - in dotazione al cacciamine “Milazzo” del Comando delle Forze di Contromisure Mine (COMFORDRAG) della Marina Militare -  che ha permesso di identificare l’area dove sono stati rinvenuti i banchi di corallo bianco.

Oltre ad aggiornare la distribuzione dei coralli bianchi nei mari italiani, tale ritrovamento offre un punto di partenza per ulteriori indagini nell’area, dove sono state segnalate altre formazioni madreporiche, e pone le basi per l’identificazione di appropriate misure di salvaguardia di questi ecosistemi di elevata biodiversità ma molto vulnerabili.

I coralli bianchi possono essere paragonati a delle vere e proprie oasi nel deserto, in quanto offrono riparo e alimentazione a molte specie. Si è infatti stimato che i reef di coralli bianchi ospitano una diversità biologica tre volte più elevata di quella dell’ambiente circostante.

La scoperta di questi ecosistemi, così peculiari e punti focali di biodiversità negli fondi batiali, permetterà alla comunità scientifica di aggiornare i programmi di ricerca nazionali ed europei sul corallo bianco e alla Marina di confermare le capacità dual-use delle sue componenti operative di maggior pregio.

 

Nota tecnica

Video ENEA-MM Scoperta coralli bianchi mar Ligure

 


S. Teresa, 18 Luglio 2014 Continue reading

UN PREMIO DEDICATO A ROMEO BASSOLI

Comunicato stampa. L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) hanno istituito un premio per la raccolta delle testimonianze orali della scienza, dedicato a Romeo Bassoli, giornalista scientifico di grande levatura, capo ufficio comunicazione dell’INFN, fino al giorno della sua scomparsa, nell’ottobre 2013, e per molto anni docente del master in comunicazione della scienza della SISSA.
L’obiettivo finale del premio è dare voce a testimonianze ed esperienze che raccontino la scienza, raccogliendole e organizzandole in un archivio consultabile e fruibile da tutti.
Il premio andrà, quindi, al miglior progetto per la raccolta delle testimonianze orali, nella consapevolezza che la scrittura è una delle forme di comunicazione e condivisione del sapere: la tradizione orale, il racconto sono, infatti, strumenti altrettanto potenti.
“Romeo Bassoli ha cambiato la comunicazione della scienza, ha inventato un nuovo modo di raccontarla e lo fatto in modo stupefacente”, ricorda Fernando Ferroni, presidente dell’INFN.  “Il premio è dedicato, in questa prima edizione, al miglior progetto di memoria di scienza sul tema della fisica delle particelle per proseguire idealmente un racconto che Romeo sapeva fare da vero maestro, valorizzando e supportando idee nuove di giovani appassionati di scienza”, conclude Ferroni.

Il premio memorie di scienza

Il bando

Continue reading

I primi risultati del progetto europeo EDEN per rispondere ai rischi CBRNE<br />

Il progetto europeo EDEN (End - User Driven Demo for CBRNE) è entrato nella sua piena fase operativa. L’ENEA svolge un ruolo di primo piano nel progetto EDEN, avviato lo scorso settembre per  trovare soluzioni innovative che riducano il costo sociale legato al rischio chimico, biologico, radiologico, nucleare e di esplosivi (da qui l’acronimo CBRNE).

Nel corso di recenti incontri a Bruxelles, Bucarest e Vienna, i partner del progetto hanno  ulteriormente sviluppato le relazioni con gli utenti finali, oltre a definire la strategia per colmare le lacune esistenti tra le esigenze degli utenti finali e l’offerta tecnologica disponibile. Inoltre, in questa fase è stato prioritario raccogliere le informazioni per mettere a punto gli scenari, che saranno presentati a Bruxelles il prossimo 22 luglio, adatti allo svolgimento delle azioni dimostrative che dovranno confermare le soluzioni proposte.

Un primo riconoscimento della validità dell’approccio innovativo di EDEN è dimostrato dal significativo numero di istituti e partner esterni che hanno aderito alle piattaforme PMI e fornitori, alle quali soggetti esterni a EDEN possono partecipare attivamente con propri suggerimenti e commenti. Gli aderenti a queste piattaforme possono anche mettere a disposizione attrezzature, tecnologie e servizi connessi ai piani di emergenza CBRNE elaborati nel progetto, per arricchire ulteriormente i risultati di EDEN e per potenziare gli eventi dimostrativi previsti. Le piattaforme PMI e fornitori sono ancora aperte per nuove iscrizioni.

Finanziato con 36,5 milioni di euro dalla Commissione europea nell’ambito del 7° Programma Quadro sulla Sicurezza, il progetto EDEN si avvale di un consorzio composto da 36 partecipanti, tra cui l’ENEA, provenienti da 15 paesi (UE e associati) e coordinati da BAE Systems. Il consorzio comprende utenti finali -  che costituiscono le principali parti interessate - grandi industrie, piccole e medie imprese, università ed enti di ricerca.


Per ulteriori informazioni: www.eden-security-fp7.eu

 


Roma, 16 Luglio 2014 Continue reading

Diagnosi energetica e sistemi di gestione dell&rsquo;energia: opportunit&agrave; di sviluppo per l&rsquo;industria italiana

Un’opportunità di confronto fra i diversi attori della filiera dell’efficienza energetica per discutere degli aspetti connessi all’attuazione dell’art.8 della direttiva 2012/27/ UE, che l’Italia ha recepito da pochi giorni con un decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri: questo in sintesi l’obiettivo dell’evento odierno, organizzato da ENEA e Federesco, con la collaborazione di Avvenia.

L’art. 8 della direttiva europea sull’efficienza energetica prevede per le grandi imprese e le imprese a forte consumo di energia l’obbligo di sottoporre i propri siti produttivi sul territorio nazionale ad una prima diagnosi energetica entro il 5 dicembre 2015, da ripetersi poi ogni 4 anni, affidandosi a società esperte in gestione dell’energia o ad auditor energetici.

Di fronte al target di riduzione dei consumi energetici di circa 4 Mtep al 2020 previsto per l’industria italiana dal Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica (PAEE), l’audit energetico rappresenta una pratica necessaria finalizzata ad individuare gli obiettivi di risparmio e le opzioni di adozione di nuove tecnologie. In quanto tale rappresenta un’opportunità di sviluppo anche per le PMI che non debbono sottostare all’obbligo di diagnosi energetica, come disposto dal suddetto articolo.

Nel corso della giornata, sono state approfondite diverse questioni relative al ruolo dei diversi attori coinvolti nel processo, ai vantaggi relativi ad un corretto utilizzo degli audit, alle norme per le certificazioni connesse ai Sistemi di gestione dell’energia (SGE) e all’utilizzo della norma ISO 50001 come strumento di risparmio per le aziende.

Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA,ha dichiarato: “Efficienza, innovazione e sostenibilità rappresentano le tre chiavi che possono consentire all’industria italiana di recuperare competitività sia sul mercato interno che su quello internazionale. Ma il tessuto industriale italiano è per lo più composto di PMI, che non potranno sottrarsi ad un consistente efficientamento energetico se vorranno tornare a competere sui mercati, dopo essere state colpite duramente dalla crisi economica e sociale di questi ultimi anni. L’Italia ha ben chiari i propri obiettivi e sta lavorando con grande impegno per conciliare la propria politica industriale, i costi energetici e la lotta al cambiamento climatico in modo efficace, anche attraverso il neonato decreto di recepimento della direttiva, che nei prossimi anni creerà per l’industria italiana interessanti opportunità di rivedere i propri processi per restare competitiva, favorendo contestualmente la crescita della green economy.”

Claudio G. Ferrari, presidente di Federesco, ha dichiarato: “È necessario porre l’accento sugli effetti concreti che avremo dall’attuazione del decreto di recepimento della direttiva europea sull’efficienza energetica, visto che avranno valenza economica e, soprattutto, occupazionale in termini di immediato incremento del numero dei posti di lavoro. Riteniamo opportuno evidenziare, da un lato, che l’efficienza energetica deve essere vista alla stregua di un’attività infrastrutturale che, per l’impatto economico, sociale e ambientale che produrrà, è altamente strategica oltre a essere ‘autoliquidante’, in quanto il risparmio energetico ed economico che genera permette di ripagare l’investimento iniziale. È fondamentale, dall’altro, creare cultura intorno al mercato dell’efficienza energetica in senso stretto e diffondere il concetto che i settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica sono nettamente distinti e presentano peculiarità sostanzialmente differenti che non consentono di poter affrontare i due mercati in un’ottica comune bensì l’uno propedeutica all’altro. Per ciò che concerne gli aspetti legati all’articolo 8 e al settore industriale, vorremmo che le nuove norme fossero accessibili e chiare per gli stakeholder del settore e che questi ultimi cogliessero l'esecuzione di interventi di audit e l'adozione di sistemi di gestione dell'energia come nuove e stimolanti opportunità per accrescere la propria competitività industriale e performance aziendale. Federesco ed ENEA ritengono di portare un nuovo contributo anche avvalendosi delle professionalità del settore così come previsto dall'articolato della legge."

 


Roma, 15 Luglio 2014 Continue reading

LABORATORI APERTI PER I BENI CULTURALI

Si chiama IPERION_CH.it ed è un progetto grazie al quale ricercatori e conservatori per lo studio di opere d’arte, monumenti e siti archeologici del territorio italiano avranno la possibilità di accedere a laboratori specializzati per l'analisi dei beni culturali. A poter usufruire di questa opportunità saranno tre progetti di ricerca selezionati, sulla base dell’eccellenza da un peer review panel indipendente, tra quelli che hanno aderito al bando a partire dal 15 luglio. I ricercatori che risulteranno vincitori avranno sia accesso fisico alle strutture di IPERION_CH.it, sia accesso remoto, inviando al laboratorio campioni da analizzare. Per presentare domanda c’è tempo fino al 15 settembre 2014. Il progetto è realizzato con il supporto finanziario del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), grazie alla collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), e del Consorzio Interuniversitaio  Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali (INSTM).

Continue reading

Mare, vulcani e terremoti

KM3NeT-Telescope-v1Lo studio dell’ambiente marino di alta profondità e il monitoraggio vulcanico e sismico: sono queste le attività di ricerca su cui l’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) hanno deciso di puntare in sinergia Continue reading

MARE, VULCANI, TERREMOTI: INFN E INGV RAFFORZANO LA COLLABORAZIONE

Comunicato stampa INFN-INGV. Lo studio dell’ambiente marino di alta profondità e il monitoraggio vulcanico e sismico: sono queste le attività di ricerca su cui l’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) hanno deciso di puntare in sinergia. I due enti, la cui collaborazione è sancita fin dal 2001 da una Convenzione Quadro, hanno individuato gli obiettivi su cui incentrare e ulteriormente sviluppare la collaborazione nei prossimi anni.
Il primo obiettivo, internazionale, è intensificare la collaborazione, già avviata dal 1996, nelle ricerche in ambiente marino particolarmente profondo attraverso due infrastrutture di ricerca europee: KM3NeT (A multi-Km3 sized Neutrino Telescope, www.km3net.org) ed EMSO (European Multidisciplinary Seafloor and water-column Observatory, www.emso.eu.org).
KM3NeT, che conta sull’importante contributo dell’Infn con i suoi Laboratori Nazionali del Sud, è dedicato allo studio dei neutrini cosmici ad altissima energia e prevede l’installazione, a 3500 m di profondità nel mare al largo della Sicilia, di una serie di torri dotate di rivelatori, che formeranno complessivamente un telescopio del volume di un chilometro cubo. EMSO, che vede l’Italia con l’Ingv come coordinatore a livello europeo, rappresenta la rete permanente sottomarina nei mari circondanti l’Europa dall’Artico al Mar Nero, passando per il Mediterraneo. All’interno di queste attività i due enti hanno sviluppato, al largo della Sicilia, due infrastrutture cablate per il monitoraggio multiparametrico in ambiente marino profondo, uniche nel loro genere nel bacino del Mediterraneo e fra le poche al mondo: KM3NeT-Italia, con le sue torri, e NEMO-SN1, nodo operativo di EMSO, osservatorio sottomarino multidisciplinare per il monitoraggio sismico, oceanografico e acustico.
Il secondo obiettivo, tramite il progetto Premiale MURAVES, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), prevede l’allestimento di due dispositivi alle pendici del Vesuvio per misurare il flusso di muoni (particelle di origine cosmica). I ricercatori Ingv e Infn faranno così una “radiografia” al vulcano per produrre una mappa di densità in 2D e in 3D ad alta risoluzione della sua struttura sommitale e per tenerlo sotto monitoraggio continuo.
Il terzo obiettivo, per lo sviluppo congiunto di studi sismologici avanzati, G-GranSasso, prevede l’installazione, unica al mondo, di un sofisticato interferometro laser nelle viscere della Terra, chiamato GINGERino, alla profondità di 1400 metri, all’interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn, in grado di analizzare la frequenza e l’ampiezza delle onde sismiche. G-GranSasso ha come scopo ultimo lo sviluppo di tre sensori opportunamente orientati, che permetteranno non solo studi sismologici avanzati, ma anche test di Relatività Generale e misure della velocità angolare terrestre.
“La partecipazione a progetti, finanziati in ambito Europeo, Nazionale e Regionale, ha permesso la realizzazione di infrastrutture marine per il monitoraggio sismico, vulcanico, oceanografico e acustico uniche al mondo che pongono l’Italia e i due enti all’avanguardia”, dichiara il Presidente dell’Ingv, Stefano Gresta. “Rafforzare questa collaborazione, oramai pluriennale aiuterà ad affrontare con un approccio sempre più globale i problemi collegati ai cambiamenti climatico-ambientali e ai rischi sismico e vulcanico, attraverso l’impiego di nuove e sofisticate tecnologie per la ricerca”.  
“È sempre più evidente che mettendo in comune le capacità e le esperienze sviluppate all’interno di diversi Enti e in diversi campi della ricerca si possono costruire progetti multidisciplinari  ambiziosi  e che attivano energie nascoste”, commenta con soddisfazione Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. “Questi terreni di collaborazione tra Infn e Ingv speriamo siano l’inizio di una collaborazione sempre più estesa e profonda”, conclude Ferroni.

Continue reading

E’ MORTO BRUNO ZUMINO

Il fisico Bruno Zumino, professore emerito all’Università della California, Berkeley, è morto sabato 21 giugno, all’età di 91 anni. Zumino è considerato il padre della teoria chiamata Supersimmetria, una delle principali candidate a unificare le forze fondamentali della natura ma ancora in attesa della conferma sperimentale. Lo ricorda il collega e amico Antonio Masiero, fisico teorico e vicepresidente dell’INFN: “Quando nel ‘79 incontrai Bruno Zumino per la prima volta nei corridoi del CERN, era già famoso, era il papà della Supersimmetria (SUSY) perché, insieme con Wess, qualche anno prima, nel ‘74, aveva scritto la prima teoria SUSY  quantistica di campi interagenti (la prima nel mondo “occidentale” perché, poco prima, in URSS,  Volkov e Akulov avevano già introdotto SUSY, ma a quel tempo la comunicazione tra i due lati della cortina di ferro era molto difficile). L’azione di Zumino fu decisiva nello sviluppo seguente in cui SUSY venne interpretata quale simmetria locale dando origine a quella che è la teoria della Supergravità (uno dei tre proponenti di tale teoria fu proprio uno dei giovani collaboratori di Zumino, Sergio Ferrara (del CERN e della University of California, Los Angeles, associato all’INFN presso i Laboratori Nazionali di Frascati). È con la Supergravià e la sua evoluzione successiva, la Superstringa, che finalmente quello che poteva sembrare un sogno, e cioè avere un’unica forza in natura che unificasse le forze elettromagnetiche, nucleari deboli, nucleari forti e gravitazionali, divenne concreta possibilità, in una teoria fisica consistente. Bruno era uno di quei (non numerosi) grandi signori della fisica che colpiscono per la profondità e al tempo stesso apparente semplicità di quanto fanno e dicono. La bellezza e la forza della matematica coniugate con un profondo senso fisico sono stati i suoi punti di forza. Eterno sicuro candidato al premio Nobel non appena una particella SUSY si fosse manifestata, purtroppo non ha mai visto (o forse non ha fatto in tempo a vedere) avverarsi il suo sogno: che la sua formidabile e potente intuizione della più grande simmetria compatibile con una teoria di campo quantistica locale, la Superimmetria appunto, trovasse riscontro fisico in natura nell’esistenza dei partner SUSY delle particelle ordinarie. Quarant’anni dopo la teoria di Wess e Zumino, il  quesito della SUSY rimane irrisolto: forse LHC ci darà la risposta”.

Continue reading