L’INFN AL FESTIVAL DELLA FILOSOFIA
Si rinnova anche quest’anno la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) al Festival della Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo.
L’INFN dà appuntamento al grande pubblico del Festival sabato 13 settembre, alle ore 20.30, in piazza Avanzini a Sassuolo.
Polvere di stelle. Il messaggio dei raggi cosmici è questo il titolo dell’evento del Festival della Filosofia realizzato in collaborazione con l’INFN di cui saranno protagonisti Eugenio Coccia, direttore del Gran Sasso Science Institute e Alba Formicola, ricercatrice dei Laboratori INFN del Gran Sasso, moderati dalla giornalista scientifica Elisabetta Tola.
L’incontro sarà l’occasione per raccontare la storia dei raggi cosmici. Messaggeri, invisibili ai nostri occhi, degli eventi più luminosi e brillanti del nostro universo.
Non ce ne accorgiamo ma una sottilissima e fittissima pioggia si abbatte incessantemente su di noi. È composta di protoni, fotoni, neutrini, che possono arrivare a energie altissime, prodotti nel cuore infuocato delle stelle e nei cataclismi astrofici più violenti, come le esplosioni di supernova. Queste particelle hanno poi attraversato il buio e le profondità dello spazio e sono arrivati fin sulla Terra, conservando intatte le informazioni sulle loro sorgenti. Ma vi sono anche altri messaggeri cosmici, ancora più inafferrabili e ineffabili: sono le particelle di materia oscura, della cui esistenza sappiamo solo per gli effetti indiretti, e le onde gravitazionali, unico tassello mancante alla conferma sperimentale della relatività di Albert Einstein. Tutti messaggeri invisibili delle luci di cui splende il cosmo, in grado di raccontarci i segreti più nascosti del nostro universo, la sua origine, il suo destino. E anche il nostro.
Alba Formicola, ricercatrice dell’INFN ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, uno dei più grandi laboratori sotterranei al mondo. Si occupa degli aspetti sperimentali della astrofisica nucleare, riproducendo nel laboratorio i meccanismi di combustione che avvengono nel cuore delle stelle.
Eugenio Coccia, direttore del Gran Sasso Science Institute, la scuola di dottorato e alta formazione dell’ INFN all’Aquila, e professore all’Università di Roma Tor Vergata, è un fisico sperimentale con un focus sulla rilevazione delle onde gravitazionali e interessi sulla fisica dei neutrini e sui rivelatori di raggi cosmici.
Elisabetta Tola, giornalista scientifica, agenzia di comunicazione scientifica Formicablu e Radio3Scienza.
http://www.festivalfilosofia.it/2014/
Continue readingDAL GSSI 20 BORSE DI STUDIO PER GLI STUDENTI DELL’UNIVERSITA’ DELL’AQUILA
Anche quest'anno è aperto il bando di concorso per il conferimento di 20 borse di studio riservate agli studenti immatricolati nell’a.a. 2014/2015 ai corsi di Laurea Magistrale in Fisica, Scienze Chimiche, Matematica, Ingegneria Matematica, Informatica, Ingegneria delle Telecomunicazioni, Ingegneria Informatica, Automatica ed Ingegneria Elettronica dell’Università degli Studi dell’Aquila. Le borse di studio, bandite dal Gran Sasso Science Institute (GSSI) attraverso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), ammontano a 600,00 euro mensili per la durata dei due anni di studio e prevedono il rimborso delle spese sostenute per l’iscrizione all’Università. “Siamo molto soddisfatti che questo programma di borse di studio si rinnovi anche quest’anno – sottolinea Eugenio Coccia, Direttore del Gran Sasso Science Institute – perché conferma la sinergia tra il GSSI e l’Università dell’Aquila per fare dell’Aquila una città degli studi di livello internazionale e renderla così sempre più attraente per i giovani di talento italiani e stranieri”.
Questo programma è motivo di grande soddisfazione e ottimismo anche per Paola Inverardi, Rettrice dell’Università dell’Aquila: “Il rinnovo del programma di borse studio del GSSI a favore degli iscritti all’Università dell’Aquila conferma la volontà delle nostre due istituzioni di costruire insieme, in questo territorio, un ambiente di studio che permetta allo studente di seguire, con motivazione e spirito di sfida, il percorso che meglio si adatta alle proprie capacità e alle proprie aspirazioni”.
Anche per Fernando Ferroni, presidente dell’INFN “Questo è un esempio positivo di collaborazione tra le istituzioni di alta formazione della città e un’opportunità per i migliori studenti di ricevere un segnale chiaro di incoraggiamento nel loro percorso”. La domanda di ammissione al concorso per il conferimento delle borse di studio deve essere compilata utilizzando esclusivamente la procedura on-line disponibile sul sito web del GSSI: www.gssi.infn.it. Il termine di presentazione delle domande è fissato alle ore 18.00 (ora italiana) del 6 ottobre 2014.
Sequenziato il genoma del caffè: anche l’ENEA nel team internazionale di ricerca
Uno studio pubblicato nell’ultimo numero della prestigiosa rivista Science riporta la decodifica del genoma di una delle più importanti piante alimentari: il caffè. Ricercatori provenienti da 9 Paesi (Italia, Francia, USA, Canada, Australia, Germania, Brasile, India e Indonesia) hanno sequenziato il genoma di Coffea canephora (o robusta), che costituisce circa il 35% della produzione mondiale di caffè. L’Italia ha visto la partecipazione di ricercatori dell’ENEA e dell’Università di Trieste. 
Giovanni Giuliano, che ha coordinato i ricercatori dell’ENEA, descrive così le principali conclusioni dello studio: “Il genoma del caffè è piuttosto ‘semplice’ ed è simile a quello, ipotetico, del progenitore comune di tutte le Asteridi, che comprendono il 25% delle piante superiori. Contiene circa 27 mila geni, contro i 35 mila del pomodoro e della patata, che sono evolutivamente vicine al caffè, ma in cui il genoma si è triplicato circa 70 milioni di anni fa. Malgrado l’assenza della triplicazione nel caffè, alcuni geni specifici, come quelli che sintetizzano la caffeina, si sono duplicati, rimanendo sul cromosoma originario o saltando su cromosomi diversi, e poi si sono specializzati nella sintesi di questa sostanza. Lo studio di questi eventi di duplicazione in altre specie ci ha permesso di concludere che la caffeina è stata ‘inventata’ più di una volta durante l’evoluzione delle piante. Questa conclusione è in accordo con la presenza della caffeina in molte piante diverse come il tè, il cacao, il guaranà e la yerba mate e con la sua importanza per la loro ecologia: uno studio recente, pubblicato anch’esso su Science, dimostra che gli insetti impollinatori ritornano più spesso sui fiori ricchi in caffeina per ‘bere un altro sorso’ di nettare”.
Con oltre due miliardi di tazzine al giorno, il caffè è uno dei principali infusi consumati dall’uomo, la seconda commodity per valore commerciale dopo il petrolio, ed è alla base di una fiorente industria di trasformazione italiana.
I dati completi dello studio sono disponibili sul sito http://coffee-genome.org/
Roma, 05 Settembre 2014 Continue reading
DALL’EUROPEAN PHYSICS SOCIETY IL “LISE MEITNER” A PAOLO GIUBELLINO PER L’ESPERIMENTO ALICE
E’ Paolo Giubellino il primo italiano a ricevere il prestigioso premio Lise Meitner per la “Fisica Nucleare”, assegnato ogni due anni dalla Nuclear Physics Division dell’European Physics Society (EPS) a scienziati che hanno dato contributi di particolare rilievo allo sviluppo della fisica nucleare, nei campi sperimentale, teorico o applicativo. La cerimonia di assegnazione si è svolta il 3 settembre al CERN. Piemontese di origine, Paolo Giubellino è dirigente di ricerca dell’INFN e coordinatore internazionale di ALICE, uno dei principali esperimenti del Large Hadron Collider (LHC). Dedicato alla scienziata che formulò la spiegazione teorica della prima fissione nucleare osservata sperimentalmente, il premio è stato attribuito dall’EPS a quattro fisici impegnati con ALICE nelle ricerche sul quark gluon plasma, lo stato che assume la materia nucleare alle altissime densità e temperature che hanno caratterizzato i primi milionesimi di secondo di vita dell’universo. Il premio, il più importante riconoscimento europeo per la fisica nucleare, valorizza il fondamentale contributo degli scienziati nella progettazione e nella costruzione del rivelatore, oltre alla conduzione del programma scientifico che ha portato ai fondamentali risultati ottenuti con ALICE negli ultimi sei anni. “La scelta di queste quattro persone è un chiaro riconoscimento dell’importanza dei risultati del programma in cui siamo impegnati”, commenta Paolo Giubellino. “I risultati di ALICE sono frutto dell’intenso lavoro, dell’intelligenza e della creatività di più di mille scienziati di tutto il mondo, tra i quali sono numerosissimi i giovani. Tra i 37 paesi che partecipano ad ALICE, l’Italia - con l’INFN e numerose università - ha avuto un ruolo fondamentale in tutte le fasi del progetto, dallo sviluppo delle tecnologie all’analisi dei risultati”, sottolinea Giubellino. “Grazie al supporto dell’INFN, l’Italia ha ottenuto la leadership di un progetto che ha richiesto oltre venti anni di lavoro: sono molti i fisici italiani in posizioni di responsabilità e buona parte dei rivelatori che compongono l’esperimento sono stati concepiti e realizzati nei laboratori dell’INFN. Il successo delle ricerche di ALICE, che è premiato oggi, è in larga parte un successo della fisica nucleare italiana.”
Condividono il premio Lize Meitner 2014: Peter Braun-Munzinger, Paolo Giubellino, Johanna Stachel e Jürgen Schukraft.
http://www.eps.org/?NPD_prizes_LMeitner
Continue readingIL SOLE VISTO IN TEMPO REALE DA BOREXINO
Comunicato stampa. L’esperimento per neutrini ai Laboratori INFN del Gran Sasso è riuscito a misurare in tempo reale l’energia della nostra stella: l’energia rilasciata oggi al centro del Sole è in perfetta corrispondenza con quella prodotta 100.000 anni fa. Per la prima volta nella storia dell’indagine scientifica della nostra stella è stata misurata l’energia solare nel momento stesso della sua generazione. Lo annuncia l’esperimento Borexino ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Lo studio è pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature.
Borexino è riuscito a realizzare in tempo reale la misura dell’energia del Sole rivelando i neutrini prodotti da reazioni nucleari all’interno della massa solare: queste particelle, infatti, impiegano solamente pochi secondi a uscire da essa e otto minuti per arrivare fino a noi. Le precedenti misure dell’energia solare, invece, erano sempre state realizzate sulle radiazioni (fotoni) che attualmente illuminano e scaldano la Terra e che si riferiscono alle stesse reazioni nucleari, ma avvenute centomila anni fa: è questo, infatti, il tempo che l’energia mediamente impiega per attraversare la densa materia solare e raggiungere la sua superficie. Il confronto fra la misura dei neutrini pubblicata oggi da Borexino e le precedenti misure riguardanti l’emissione di energia raggiante dal Sole ha mostrato che l’attività solare non è cambiata negli ultimi centomila anni. “Grazie ai risultati di questa nuova ricerca di Borexino tocchiamo con mano, mediante i neutrini prodotti nella reazione protone-protone (p-p), che è la catena di fusioni nucleari p-p a far funzionare il Sole, fornendo proprio l’energia che si misura con i fotoni: insomma questo prova che il Sole è una grande centrale a fusione nucleare”, commenta Gianpaolo Bellini tra i padri dell’esperimento Borexino.
Il rivelatore Borexino, istallato nei Laboratori sotterranei del Gran Sasso dell’INFN, è riuscito a misurare il flusso di neutrini prodotti all’interno del Sole nella reazione di fusione di due nuclei di idrogeno per formare un nucleo di deuterio: questa è la reazione iniziale del ciclo di fusioni nucleari che produce complessivamente circa il 99% dell’energia solare. Fino ad ora, Borexino era riuscito a misurare i neutrini da reazioni nucleari che facevano parte della catena originata da questa reazione o appartenenti a catene secondarie, che contribuiscono in modo decisamente minore alla produzione energetica solare, ma che sono stati fondamentali per la scoperta di alcune cruciali proprietà fisiche di questa evanescente particella elementare, il neutrino.
La difficoltà della misura ora realizzata è dovuta all’energia estremamente ridotta di questi neutrini (hanno infatti un’energia massima di 420 keV), la più piccola rispetto agli altri neutrini emessi dal Sole, che pure hanno livelli energetici così bassi da rendere quasi proibitiva la loro misura, e che solo Borexino è riuscito e riesce a misurare. Queste performance fanno di Borexino un rivelatore unico al mondo, che tale rimarrà ancora per alcuni anni, grazie alle tecnologie d’avanguardia impiegate nella sua costruzione, che gli hanno permesso di studiare non solo i neutrini emessi dal Sole, ma anche quelli prodotti dalla nostra Terra.
L’esperimento Borexino, frutto di una collaborazione fra Paesi europei (Italia, Germania, Francia, Polonia), Stati Uniti e Russia, prenderà dati almeno per ancora quattro anni, migliorando la precisione delle misure già fatte e affrontandone altre di grande importanza sia per la fisica delle particelle, sia per l’astrofisica.
NASCE JUNO, UN GIGANTE SOTTERRANEO PER CATTURARE NEUTRINI
È stato firmato l’accordo internazionale che sancisce la nascita in Cina del Jiangmen Underground Neutrino Observatory (JUNO), al quale l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Centinaia di scienziati provenienti da tutto il mondo, riuniti in questi giorni all’Istituto di Fisica delle Alte Energie (IHEP) di Pechino, hanno dato così vita a una collaborazione internazionale per la costruzione di un gigantesco rivelatore sotterraneo di neutrini a scintillatore liquido, che sfrutterà cioè una tecnologia analoga a quella utilizzata dall’esperimento Borexino ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN. “Siamo davvero entusiasti di questo esperimento, è un meraviglioso e completo programma di fisica”, commenta Gioacchino Ranucci dell’INFN appena nominato vice-coordinatore della nuova collaborazione. “Metteremo tutto il nostro impegno per il successo di JUNO, grazie anche alla lunga esperienza che abbiamo ai Laboratori del Gran Sasso, dove da quasi due decenni ci dedichiamo allo studio dei neutrini con gli apparati Borexino e Opera”, conclude Ranucci.
Il nuovo esperimento studierà la cosiddetta “oscillazione” dei neutrini, quel fenomeno per cui i neutrini, di cui sappiamo che ne esistono tre tipi, “oscillano” mutando da un tipo in un altro. Nello specifico, JUNO indagherà la questione della “gerarchia di massa dei neutrini”, cioè dell’ordine in cui sono disposte le masse dei tre tipi di neutrino.
JUNO sarà, assieme a HYPER-KAMIOKANDE in Giappone e LBNF al FERMILAB, al quale partecipa l’INFN, uno dei tre grandi esperimenti con rivelatori giganti di neutrini, prodotti artificialmente in reattori o con acceleratori, che saranno costruiti nei prossimi anni. Della collaborazione JUNO, oltre a Cina e Italia, fanno parte anche Repubblica Ceca, Francia, Finlandia, Germania, Russia e Stati Uniti.
L’ENEA entra nel programma di ricerca sul gas da scisto, dell’Alleanza Europea per la Ricerca sull’Energia (EERA)
L’ENEA è entrata a far parte del programma di ricerca sul gas da scisto (shale gas) dell’Alleanza Europea per la Ricerca sull’Energia (EERA - European Energy Research Alliance).
Il Joint Programme sullo shale gas di EERA intende creare una piattaforma di ricerca sul potenziale, sull’impatto e sulla sicurezza delle attività di esplorazione e produzione di gas da scisto in Europa. Le tecnologie e le metodologie esistenti saranno valutate e migliorate per stabilire una base di conoscenze indipendente a livello europeo.
Lo sfruttamento dei giacimenti di gas da scisto è un tema controverso a causa dell’impatto ambientale legato alle pratiche estrattive che richiedono il ricorso alla tecnica del fracking, vale a dire la frantumazione fino a 1 chilometro di profondità della roccia madre nel quale il gas da scisto è intrappolato, attraverso l’immissione di considerevoli quantità di acqua ad alta pressione e di additivi chimici per facilitare il processo. Le maggiori preoccupazioni su questo tipo di pratica estrattiva riguardano la contaminazione delle falde acquifere, l’emissione di gas serra e l’insorgere di fenomeni microsismici.
Le conclusioni a cui approderà il programma di ricerca serviranno come input sia per l’opinione pubblica che per le istituzioni nazionali ed europee chiamate a decidere sulle normative che regolano le attività produttive dello shale gas.
Il contributo dell’ENEA riguarderà lo sviluppo di sistemi innovativi per le prospezioni geologiche e per le analisi di laboratorio necessarie a identificare e classificare le riserve di shale gas, oltre allo studio dell’impatto ambientale e delle emissioni di gas serra associate alle pratiche di esplorazione e produzione.
Il Joint Programme sullo shale gas riunisce 26 partner provenienti da 15 Stati membri dell’Unione Europea; il Dipartimento di Geologia dell’Università Roma Tre e il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia sono gli altri partner italiani che collaboreranno con l’ENEA.
I risultati del programma di ricerca possono essere seguiti sul sito www.eera-shalegas.eu
Roma, 29 Luglio 2014 Continue reading
L’antimateria all’ombra della materia
Misurata la deflessione di un fascio di antiprotoni. L'esperimento AEḡIS, condotto dal CERN con il supporto dell'INFN, misurato, grazie allo strumento chiamato “deflettometro di moiré”, la deflessione di un fascio di antiprotoni sotto l'effetto di una debolissima forza magnetica. Si tratta di un primo test dello strumento che ne ha verificato l’efficienza e la sensibilità, nella prospettiva di eseguire in futuro misure degli effetti della gravità su atomi di anti-idrogeno Continue reading

