Rosina: acqua ‘pesante’ su 67P

ROSINA, lo spettrometro a bordo di Rosetta sta cercando di dare una risposta agli interrogativi sulla formazione degli oceani del nostro pianeta, studiando la composizione del vapore acqueo emesso dalla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko.


Lo strumento ha analizzato l’abbondanza isotopica di un campione di vapore acqueo emesso dalla cometa scoprendo che le molecole d’acqua su 67P hanno una percentuale tripla di deuterio rispetto agli oceani della Terra. Il deuterio è un isotopo dell’idrogeno: nel suo nucleo insieme a un protone è presente anche un neutrone: due atomi di deuterio uniti a uno di ossigeno formano una molecola di acqua più pesante rispetto all’acqua terrestre. L’acqua al deuterio può aiutare gli scienziati a capire la storia delle formazione e l'evoluzione della Terra e dei suoi oceani. 

Già in passato altre missioni si erano occupate di studi sulla provenienza dell’acqua terrestre: in primis Giotto, che dopo aver eseguito test di abbondanza isotopica della cometa Halley aveva scoperto valori di deuterio incompatibili con quelli della Terra suggerendo che una cometa proveniente dalla lontanissima Nube di Oort (dove le temperature molto basse favoriscono la concentrazione di acqua pesante) non poteva essere portatrice di acqua sul nostro pianeta. Al contrario le analisi del telescopio spaziale dell’ESA Herschel effettuate nel 2010 hanno dimostrato che il rapporto tra deuterio e idrogeno sulla cometa Hartley della Fascia di Kuiper era più simile e compatibile con la percentuale terrestre.

Gli studi sulle comete del passato e quelli attuali condotti da Rosina su 67P sembrerebbero appoggiare un’altra teoria sull’origine dell’acqua sulla Terra:“I nostri risultati – ha commentato Kathrin Altwegg, principal investigator dello strumento- sembrano favorire quei modelli che contemplano gli asteroidi come mezzo di trasporto principale per gli oceani della Terra”.


ROSINA
(Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis) è composta da due spettrometri di massa in grado di rilevare ed identificare delle molecole in base alla loro massa e un sensore di pressione, lo strumento che ha già iniziato a fornire informazioni essenziali sulla composizione della coda della cometa. È stato sviluppato e costruito da un consorzio internazionale di istituti e aziende, guidato dall'Istituto di fisica dell'Università di Berna.

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