Clima: da esperti ENEA una strategia in 4 punti presentata a Lima
12 dicembre 2014 - Alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico che si è aperta nella capitale del Perù gli esperti dell'ENEA presenteranno oggi i 4 punti chiave per la lotta ai cambiamenti climatici messi a punto dal network degli enti di ricerca dei paesi del G8 sulle Low Carbon Societies.
In particolare, le quattro linee guida riguardano l'importanza di abbinare le politiche di sicurezza energetica con la lotta al climate change, trovare più risorse per le politiche pro-clima riorientando investimenti e incentivi, puntare su tecnologie low carbon e sul trasferimento tecnologico ai paesi più poveri, sviluppare sinergie fra politiche per la green economy e le strategie di adattamento e mitigazione al climate change.
''Da quanto emerso all'ultimo vertice di Roma delle Low Carbon Societies, l’evoluzione tecnologica può far sì che i costi dei servizi energetici si assestino a livelli inferiori di quelli attuali, se opportunamente sostenuta - spiegano gli esperti ENEA Natale Massimo Caminiti e Sergio La Motta, che presenteranno i 4 punti chiave in un side event a Lima - L’uso massiccio di fonti rinnovabili e di efficienza energetica, accompagnati ad un comportamento più responsabile da parte dei cittadini, porterà dei benefici anche sulla sicurezza degli approvvigionamenti di petrolio e gas. I problemi legati all'intermittenza delle fonti rinnovabili - aggiungono- sono superabili con l’utilizzo di tecnologie di stoccaggio per le quali sono necessari ulteriori investimenti in ricerca e sviluppo. Un altro tema importante, secondo gli esperti Enea è che l’uso delle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica sono condizioni necessarie ma non sufficienti per la transizione verso una società a bassa emissione di anidride carbonica. ''È necessario inquadrare il problema nel contesto più generale dello sviluppo sostenibile, in particolare curare gli aspetti relativi al miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse, sia nel settore industriale che in quello della gestione dei territori e delle città. Il passaggio da un’economia lineare a una “circolare” è fondamentale per una transizione low carbon''.
Per maggiori informazioni vedi servizio video disponibile al link:
http://webtv.enea.it/Members/webtvadmin/videos/enea-conferenza-lima.mpg/view
Natale Massimo Caminiti - ricercatore dell’ENEA dell’Unità tecnica Modellistica Energetica Ambientale e Responsabile del Servizio Mitigazione Adattamento Cambiamenti Climatici
Sergio la Motta - ricercatore dell’ENEA dell’Unità tecnica Modellistica Energetica Ambientale, Servizio Mitigazione Adattamento Cambiamenti Climatici e Focal Point per l’Italia per il meccanismo di trasferimento tecnologico della Convenzione sui Cambiamenti Climatici
Lima, 12 Dicembre 2014 Continue reading
BOREXINO NELLA TOP TEN
“Alla collaborazione Borexino per essere stati i primi a rivelare i neutrini prodotti nella principale reazione nucleare che alimenta il Sole”, con questa motivazione la rivista internazionale Physics World ha inserito nella classifica dei dieci risultati scientifici più importanti del 2014 la ricerca, pubblicata lo scorso agosto su Nature, dall’esperimento per lo studio dei neutrini in attività ai Laboratori INFN del Gran Sasso.
Borexino ha realizzato la prima misura in tempo reale dell’energia della nostra stella, grazie all’osservazione dei neutrini prodotti nella reazione nucleare primaria che avviene nel cuore del Sole. Questa osservazione ha consentito di concludere che l’energia rilasciata oggi al centro della stella è in perfetta corrispondenza con quella prodotta 100.000 anni fa. È la prima volta nella storia dell’indagine scientifica del Sole che la sua energia è misurata nel momento stesso in cui viene prodotta.
“Questo riconoscimento – sottolinea Gianpaolo Bellini, scienziato tra i padri di Borexino – premia l’eccellenza non solo dell’esperimento, al quale hanno dato un contributo fondamentale i gruppi di ricerca dell’INFN, ma anche quella dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, una grande infrastruttura con caratteristiche uniche al mondo e un centro di ricerca di prestigio nel panorama internazionale”.
Il comunicato stampa INFN sulla ricerca
Continue readingEnergy: 650 European experts meet today at the Set-Plan Conference 2014 in Rome
Leading European and Italian authorities and over 650 energy stakeholders from all across Europe and beyond are gathering today and tomorrow in Rome at the 7th Strategic Energy Technology Plan (SET-Plan) Conference. The two-day conference - organised by ENEA (Italian National Agency for New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development) with the collaboration and support of the European Commission - is a major event in the programme of the Italian Presidency of the Council of the European Union.
The conference offers a unique opportunity for all stakeholders and representatives of national and EU institutions to have in-depth discussions on the new developments of the SET Plan towards an Integrated Roadmap and Action Plan addressing research & innovation challenges and needs of the EU energy system. Over the last six years, the SET Plan has promoted and fostered the exchange of information and knowledge between key decision-makers, industry and research actors and has had a structuring effect in EU and national programmes, orienting investments around selected technologies. Building on these achievements, the Integrated Roadmap and Action Plan will respond to the new challenges of the energy transition and the objectives of the European Energy Union.
“In this context – said ENEA Commissioner, Federico Testa – research and innovation are key to give answers to the challenge of securing energy supplies and to the increasing concerns on climate change. The crucial climate-energy nexus is further strengthened by the concurrence of the Lima Conference on climate change while the SET Plan Conference is taking place”.
The high-level opening speeches from the European Commission acknowledged that “this event could not fall at more opportune time, where the need to ensure a competitive, secure, affordable and sustainable energy system is without a doubt one of the greatest challenges of the 21st century. Indeed, the construction of a resilient Energy Union with a forward looking climate change policy has been identified as key priority of the current European Commission. European Energy R&I policy has a major role to play”.
Launched in 2008 the EU’s SET-Plan is the technology pillar of the EU’s energy and climate policy to support research and innovation on low-carbon technologies by establishing joint partnership among research actors, industry, European Commission and Member States. Its major goal is to contribute to the transition to a low carbon economy by reducing CO2 emissions as well as to increase energy security in a sustainable way while reinforcing competiveness, by using the available resources more effectively and leveraging investments to create growth and new jobs.
The SET-Plan is an initiative of the European Commission’s Directorates – General for Energy, Research and Innovation and the Joint Research Centre.
For further information on the SET-Plan Conference programme and speakers: www.setplan2014.it
Rome, 10 Dicembre 2014 Continue reading
E’ INIZIATO IL VIAGGIO DEL GIGANTE ICARUS
Il cacciatore di neutrini è partito dai Laboratori INFN del Gran Sasso con destinazione il CERN di Ginevra.
È iniziato il lungo viaggio del più grande rivelatore ad argon liquido: il gigantesco cacciatore di neutrini ICARUS ha, infatti, lasciato la scorsa notte i Laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) alla volta del CERN (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare) di Ginevra. ICARUS T600 – questo è il suo nome completo – dal 2010 ha osservato, sotto la montagna del Gran Sasso, il fascio di neutrini che arrivava dal CERN, dopo un percorso di 730 km attraverso la crosta terrestre. Ora ICARUS, con un delicato trasporto per mezzo di due convogli eccezionali, viene trasferito al CERN per la manutenzione e l’upgrade delle performance, in previsione di un suo probabile impiego futuro negli Stati Uniti. I fisici lo considerano elemento essenziale, e attualmente insostituibile, per un esperimento con neutrini a bassa energia del Fermilab di Chicago. ICARUS è, infatti, l’unico rivelatore al mondo con più di 600 tonnellate di argon, e ha mostrato di funzionare in modo appropriato. La tecnologia di ICARUS, proposta originariamente nel 1977 dal Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia, che tutt’oggi è portavoce dell’esperimento, rappresenta così un esempio del primato italiano dell’INFN nel proporre una soluzione originale, la cui validità è stata provata dal successo dell’esperimento ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, che ha mostrato di ottenere una rivelazione precisa di neutrini ottenuti artificialmente in acceleratori, come quelli del fascio dell’esperimento CNGS (Cern Neutrinos to Gran Sasso), in attività dal 2006 al 2012. L’esperimento coniuga così l’originalità dell’idea con la precisione e l’efficienza della realizzazione tecnica.
La tecnologia
ICARUS T600 è un rivelatore a ionizzazione ad argon liquido (600 tonnellate di gas liquefatto). Il sistema di criogenia dell’impianto di purificazione dell’argon e dell’elettronica di lettura del rivelatore è unico e originale, ed è stato sviluppato in Italia dalle Sezioni dell’INFN. La tecnica di rilevazione permette di osservare gli eventi ionizzanti nei processi di neutrini o altri eventi rari. Il rivelatore è completamente elettronico, continuamente sensibile e si comporta come un’enorme macchina fotografica tridimensionale che visualizza gli eventi su un volume di 6 metri di larghezza, 18 di lunghezza e 4 di altezza, con la risoluzione del millimetro. Il principio di funzionamento è basato sul fatto che, nell’argon liquido estremamente puro, gli elettroni liberati da particelle ionizzanti possono essere facilmente trasportati su distanze macroscopiche (metri) da un campo elettrico uniforme, ed essere raccolti da una struttura anodica multifilo, collocata alla fine del percorso di deriva: questa struttura è costituita da tre piani di fili distanti fra loro 3 millimetri, con fili spaziati 3 millimetri, che costituiscono quella che viene chiamata dai fisici “camera a fili”. I segnali raccolti dai circa 52.000 fili, elaborati da un complesso sistema elettronico, permettono così la ricostruzione a computer dell’immagine dell’evento subnucleare. “Una delle proprietà più marcanti di questa tecnologia – sottolinea Carlo Rubbia – è l’estrema purezza dell’argon liquido, che permette di mantenere liberi gli elettroni prodotti, e che si misura in parti per trilione (un trilione è un uno preceduto da ben 12 zeri) equivalenti di ossigeno residuo dell’aria da cui viene inizialmente estratto l’argon”. La tecnologia di ICARUS e le sue prestazioni destano pertanto grande interesse nella comunità scientifica per l’impiego in futuri esperimenti sul neutrino su fasci a breve e lunga distanza, come quello al quale stanno lavorando i fisici al Fermilab di Chicago. Per questa ragione, finita l’attività nei LNGS dove ICARUS ha raccolto alcune migliaia di eventi di neutrino, viene ora trasferito al CERN per la messa a punto in preparazione di nuove importanti sfide.
Il viaggio
ICARUS, una volta uscito dal tunnel del Gran Sasso, al cui interno si trovano i Laboratori Nazionali dell’INFN, ha dovuto effettuare uno stop tecnico di alcune ore in un’area si sosta dell’autostrada, per consentire i lavori di ripristino dell’assetto del tir utilizzato per il trasporto, che era stato ribassato al fine di permetterne l’uscita dal tunnel. ICARUS risalirà tutta l’Italia, passando per Roma, Genova e quindi Torino. Infine, imboccherà il traforo del Monte Bianco e oltrepasserà così le Alpi per poi arrivare a Ginevra, nei laboratori del CERN: il viaggio durerà circa una settimana.
“Nei giorni precedenti il trasporto, nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso si è lavorato per garantire che le operazioni di uscita del rivelatore di ICARUS avvenissero nella maniera più sicura e lineare possibile, nel rispetto della preziosità e delicatezza della camera”, spiega Chiara Zarra, coordinatore per le operazioni di movimentazione e trasporto di ICARUS. “Le straordinarie misure dell’oggetto hanno dovuto fare i conti con la presenza di nuovi grandi esperimenti e con una configurazione della sala particolarmente vincolante, – prosegue Zarra – l’assetto dei laboratori sotterranei è infatti molto cambiato rispetto a quando ICARUS ha fatto il suo ingresso nel 2000 ed è quindi stato necessario apportare le giuste modifiche ai numerosi equipment attualmente installati e apprestare idonee misure per garantire la massima sicurezza anche degli altri apparati sperimentali presenti: il margine di manovra è stato infatti molto stretto e la tolleranza durante la traslazione era dell’ordine dei centimetri. “È stato fondamentale poter contare sulla simulazione 3D effettuata dal team Cern e, di concerto con lo staff di ricercatori e tecnologi, una squadra di tecnici impiantisti e gruisti specializzati ha presieduto e vigilato sull’intera durata delle varie fasi operative: il lavoro di squadra LNGS-CERN e la cooperazione di tutti, incluse le altre collaborazioni sperimentali, hanno permesso la riuscita dell’operazione e l’inizio del “viaggio”, conclude Zarra.
Scienza: Italia rischia clima ‘africano’, su Nature Scientific Reports studio ENEA
Il Sud Italia rischia di diventare una regione dal clima più simile a quello ‘Nord africano’, con estati ed inverni sempre più aridi e secchi e un impatto molto negativo sulla disponibilità di acqua, l’agricoltura e la salute. Lo stesso rischio minaccia Spagna del sud, Grecia e Turchia, per effetto dei cambiamenti climatici che potrebbero provocare lo ‘spostamento’ del clima mediterraneo verso le regioni del Nord e del Nord Est in Europa, ma anche nel resto del Pianeta. A delineare questo scenario è un articolo pubblicato in questi giorni su Nature Scientific Reports a firma del ricercatore dell’ENEA Andrea Alessandri, in collaborazione con altri prestigiosi istituti di ricerca esteri.
L’articolo dal titolo ‘’Evidenze solide dell’espansione e del ritiro del clima Mediterraneo nel 21esimo secolo” evidenzia per la prima volta come la ‘rivoluzione climatica’ in atto potrebbe impattare, già in questo secolo, sulle condizioni di vita in vaste aree del Pianeta con clima Mediterraneo. ‘’Tutto ciò -spiega Alessandri- viene mostrato grazie all’utilizzo delle più aggiornate proiezioni climatiche effettuate con i modelli numerici che sono in grado di ‘accoppiare’ le simulazioni atmosferiche con quelle degli oceani’’.

“La novità di quest’analisi è che per la prima volta viene fornita chiara evidenza, nelle proiezioni climatiche del 21esimo secolo, della tendenza allo ‘spostamento’ del clima Mediterraneo verso le regioni del Nord e del Nord Est ed il progressivo inaridimento delle attuali aree mediterranee più meridionali’’ aggiunge il climatologo.
Lo studio evidenzia in particolare che per le sue caratteristiche, il clima mediterraneo è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, ed è per questo che le attuali zone Euro-Mediterranee meridionali sono tra le più minacciate, con particolare riferimento all’Italia peninsulare e al sud della Spagna, alla Grecia e alla Turchia.
In questi Paesi, la forte riduzione delle precipitazioni estive ed invernali, potrebbe determinare un progressivo inaridimento del suolo, con impatti sugli ecosistemi, sulla produzione agricola, sulla disponibilità di acqua e, di conseguenza, sulle attività industriali che dipendono dalla disponibilità idrica.
‘’Tutto ciò –avverte Alessandri- potrebbe avere ripercussioni molto negative su economia e qualità della vita, in particolare nelle zone a maggiore densità abitativa’’. Ma non solo. Nelle aree mediterranee più a nord, l’incremento delle piogge invernali e le estati più aride potrebbero accrescere la vulnerabilità ad eventi come alluvioni e allagamenti nella stagione invernale, più rischi di siccità, incendi e scarsità di risorse idriche in estate.
Nelle regioni dell’Europa nord-occidentale, Balcani settentrionali ma anche in parte di Gran Bretagna e Scandinavia, invece, il clima potrebbe diventare, nel corso di questo secolo, sempre più come quello tipico del Mediterraneo, con estati molto più secche ed inverni più piovosi rispetto ad oggi.
Le proiezioni mostrano che le aree mediterranee si ‘espanderanno’ anche verso le regioni europee continentali, coinvolgendo anche Paesi come l’Ucraina, il Kazakistan e la Russia sud-occidentali, dove sarà favorito un clima più mite caratterizzato da un aumento delle temperature invernali. E lo stesso fenomeno potrebbe interessare anche il continente nord americano, in particolare la parte occidentale del Nord America.
L’articolo pubblicato su Nature Scientific Reports è consultabile al link:
http://www.nature.com/srep/2014/141202/srep07211/full/srep07211.html
Per ulteriori informazioni è possibile visionare il video
al seguente link:
http://webtv.enea.it/Members/webtvadmin/videos/clitmitsandreaalessandri.mpg/view
Roma, 09 Dicembre 2014 Continue reading
FISICA IN JAZZ AL MUSE
Saranno due nomi d’eccezione del panorama jazz internazionale come Paolo Fresu e Gianluca Petrella, insieme al direttore del Gran Sasso Science Institute Eugenio Coccia i protagonisti di Not(t)e al MUSE: un evento-spettacolo organizzato da MUSE e INFN mercoledì 10 dicembre alle 20.45 al Museo della Scienza di Trento. Il duo darà vita, in anteprima assoluta, a un’avventura musicale nel segno della creatività e della contaminazione fra saperi. La tecnica, la raffinata ricerca sul suono, l’emozione della musica si accosteranno per una notte in modo inedito al mondo della scienza. Gli interventi musicali si intrecceranno inoltre con i racconti divulgativi di Eugenio Coccia su alcuni grandi temi della Fisica e della ricerca contemporanea: le onde gravitazionali, la materia e l’energia oscura, le teorie sull’origine dell’Universo e il Big Bang. E a partire da queste suggestioni prenderanno vita le improvvisazioni jazz di Fresu e Petrella in un dialogo originale che promette sorprese ed emozioni. L’evento è il primo di una serie di eventi che accompagnano la mostra ‘Oltre il limite – Viaggio ai confini della conoscenza’ promossa da MUSE e INFN, nel segno di un innovativo e fertile incontro tra i racconti della scienza e i linguaggi dell’arte. (v.n.) Guarda il trailer dell’evento qui. Altre info su www.muse.it
Scienza: Italia rischia clima ‘africano’, su Nature Scientific Reports studio ENEA <br />
Il Sud Italia rischia di diventare una regione dal clima più simile a quello ‘Nord africano’, con estati ed inverni sempre più aridi e secchi e un impatto molto negativo sulla disponibilità di acqua, l’agricoltura e la salute. Lo stesso rischio minaccia Spagna del sud, Grecia e Turchia, per effetto dei cambiamenti climatici che potrebbero provocare lo ‘spostamento’ del clima mediterraneo verso le regioni del Nord e del Nord Est in Europa, ma anche nel resto del Pianeta. A delineare questo scenario è un articolo pubblicato in questi giorni su Nature Scientific Reports a firma del ricercatore dell’ENEA Andrea Alessandri, in collaborazione con altri prestigiosi istituti di ricerca esteri.
L’articolo dal titolo ‘’Evidenze solide dell’espansione e del ritiro del clima Mediterraneo nel 21esimo secolo” evidenzia per la prima volta come la ‘rivoluzione climatica’ in atto potrebbe impattare, già in questo secolo, sulle condizioni di vita in vaste aree del Pianeta con clima Mediterraneo. ‘’Tutto ciò -spiega Alessandri- viene mostrato grazie all’utilizzo delle più aggiornate proiezioni climatiche effettuate con i modelli numerici che sono in grado di ‘accoppiare’ le simulazioni atmosferiche con quelle degli oceani’’.

“La novità di quest’analisi è che per la prima volta viene fornita chiara evidenza, nelle proiezioni climatiche del 21esimo secolo, della tendenza allo ‘spostamento’ del clima Mediterraneo verso le regioni del Nord e del Nord Est ed il progressivo inaridimento delle attuali aree mediterranee più meridionali’’ aggiunge il climatologo.
Lo studio evidenzia in particolare che per le sue caratteristiche, il clima mediterraneo è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, ed è per questo che le attuali zone Euro-Mediterranee meridionali sono tra le più minacciate, con particolare riferimento all’Italia peninsulare e al sud della Spagna, alla Grecia e alla Turchia.
In questi Paesi, la forte riduzione delle precipitazioni estive ed invernali, potrebbe determinare un progressivo inaridimento del suolo, con impatti sugli ecosistemi, sulla produzione agricola, sulla disponibilità di acqua e, di conseguenza, sulle attività industriali che dipendono dalla disponibilità idrica.
‘’Tutto ciò –avverte Alessandri- potrebbe avere ripercussioni molto negative su economia e qualità della vita, in particolare nelle zone a maggiore densità abitativa’’. Ma non solo. Nelle aree mediterranee più a nord, l’incremento delle piogge invernali e le estati più aride potrebbero accrescere la vulnerabilità ad eventi come alluvioni e allagamenti nella stagione invernale, più rischi di siccità, incendi e scarsità di risorse idriche in estate.
Nelle regioni dell’Europa nord-occidentale, Balcani settentrionali ma anche in parte di Gran Bretagna e Scandinavia, invece, il clima potrebbe diventare, nel corso di questo secolo, sempre più come quello tipico del Mediterraneo, con estati molto più secche ed inverni più piovosi rispetto ad oggi.
Le proiezioni mostrano che le aree mediterranee si ‘espanderanno’ anche verso le regioni europee continentali, coinvolgendo anche Paesi come l’Ucraina, il Kazakistan e la Russia sud-occidentali, dove sarà favorito un clima più mite caratterizzato da un aumento delle temperature invernali. E lo stesso fenomeno potrebbe interessare anche il continente nord americano, in particolare la parte occidentale del Nord America.
L’articolo pubblicato su Nature Scientific Reports è consultabile al link:
http://www.nature.com/srep/2014/141202/srep07211/full/srep07211.html
Roma, 09 Dicembre 2014 Continue reading
ADROTERAPIA: L’INFN COSTRUIRÀ LA SALA DI STUDI PRECLINICI DEL NUOVO CENTRO DI PRAGA
L’INFN si è aggiudicato la gara pubblica per la costruzione della sala per le attività precliniche del nuovo centro di adroterapia, che sarà realizzato a Praga, nella Repubblica Ceca, nell’ambito del progetto europeo ELI (Extreme Light Infrastructure), e più in particolare del progetto ELIMAIA (ELI Multidisciplinary Applications of Laser-Ion Acceleration). Sarà la prima sala completa al mondo nel suo genere: avrà dotazioni d’avanguardia per fare ricerche in fisica, in dosimetria e per le attività precliniche. I Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN così guideranno per i prossimi tre anni la collaborazione che sarà impegnata nella realizzazione del progetto. “Essere riusciti a vincere la gara portando a casa questo importante contratto è sicuramente un riconoscimento della lunga storia e tradizione e della indiscussa capacità dell’INFN nella realizzazione di macchine a scopo clinico”, sottolinea Giacomo Cuttone, direttore dei Laboratori Nazionali del Sud. “È una storia, quella dell’INFN, – prosegue Cuttone – iniziata più di 15 anni fa, quando a Catania, nei nostri Laboratori, è nato il primo centro di adroterapia del Paese, dove vengono eseguite terapie per la cura del melanoma oculare”. Il nuovo centro di adroterapia che nascerà a Praga si distinguerà da quelli attuali per la tecnica di produzione dei fasci di particelle accelerate: in questo caso, infatti, anziché utilizzare una macchina acceleratrice tradizionale, le particelle vengono accelerate in plasmi sfruttando l’interazione tra materia e laser. Questa tecnica consente di produrre a basso costo fasci di alta qualità di protoni da impiegare nella terapia oncologica.

